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Phoenix Pharma dà i numeri: mille farmacie associate, 13mila clienti, 25 magazzini. La strategia 2024

Filiera

Circa mille farmacie associate tra esercizi di proprietà e indipendenti in franchising o affiliate, 13mila farmacie servite regolarmente ogni mese, 25 magazzini, tremila dipendenti e un fatturato annuo di 3,2 miliardi di euro. Sono i numeri di Phoenix Pharma Italia, la holding che dalla primavera scorsa riunisce in un unico contenitore le attività che il gruppo tedesco Phoenix gestisce nel Belpaese con Comifar e Admenta. A riepilogarli, con una mappa dettagliata della distribuzione di magazzini e farmacie nello Stivale, è il booklet aziendale rilasciato nei giorni scorsi dalla holding, il primo dall’acquisizione degli asset italiani di McKesson nel novembre dell’anno scorso.

La pubblicazione, ovviamente, ha fini promozionali ma offre informazioni che consentono di riepilogare compiutamente le nuove dimensioni assunte dalla società con l’integrazione di Comifar e Admenta. Innanzitutto il “parco clienti”: ammontano a 710 le farmacie indipendenti affiliate al network Valore Salute (in leggero calo dal 2022 dopo una razionalizzazione che ha escluso gli esercizi meno fedeli) e a 281 le farmacie di proprietà e in franchising, riunite sotto l’insegna Lloyds/Benu. La concentrazione maggiore è in Lombardia (oltre 250 tra le une e le altre), seguono Emilia Romagna (oltre 240), Veneto (89) e Toscana (70).

 

 

Poi i magazzini, 23 sotto il marchio Comifar e due con Farmalvarion, spalmati lungo la penisola in modo tale da fare di Phoenix Pharma Italia l’unico distributore con una presenza davvero nazionale. E infatti, riporta il booklet, sono 110 le province servite ogni giorno per un totale di circa 25mila consegne giornaliere, con un livello di assortimento che raggiunge le 90mila referenze e un tasso di automazione del 55%. «Siamo la più importante realtà italiana operante nel settore della distribuzione e della logistica farmaceutica» recita il booklet «ogni giorno raggiungiamo migliaia di farmacie nel giro di poche ore. Le Unità distributive, capillari sul territorio, sono il cuore di questo sistema e ci consentono di arrivare ovunque in Italia, coprendo in alcune province oltre il 90% degli esercizi farmaceutici».

Nel 2024, quindi, il gruppo punterà a «una crescita strategica e prospettica del business», con un forte orientamento all’innovazione e alle evoluzioni del mercato. «Siamo il primo player in Italia di servizi integrati per la salute» è l’ulteriore rivendicazione lanciata dal booklet «siamo l’intermediario che stabilisce connessioni tra produttori, farmacisti e clienti per ottimizzare i risultati e favorire situazioni vantaggiose per tutti», attraverso «sinergie tra distribuzione e retail con cui offrire soluzioni e servizi sempre più avanzati e digitali». È un primo contributo alla discussione sulla piega che prenderà il 2024 per la distribuzione intermedia del farmaco in Italia, che si appresta a chiudere un 2023 di lacrime e sangue. L’anno nuovo potrebbe serbare al comparto qualcosa di molto vicino all’Armageddon.

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