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Nel 2018 il vet fa bene in farmacia. E nel retail spuntano format che le fanno il verso

Mercato

Ci sono le aziende estere che cercano di “ammantare” di italianità i loro prodotti per beneficiare dell’immagine di cui gode il Made in Italy. E ci sono insegne del retail che importano “pezzi” di farmacia per qualificare offerta e servizio dei loro punti vendita. Pharmacy Scanner aveva già riferito la settimana scorsa della catena tedesca di profumerie Douglas, che in Germania si appresta a lanciare un nuovo format di negozi posizionato sulla salute della pelle e qualificato dalla presenza di farmacisti tra il personale. Ora invece diamo conto dell’esperienza di un’altra insegna, italiana al 100% e collocata nel mercato del Pet: si chiama Isola dei Tesori, appartiene al gruppo Dmo, è nata nel 2000 e conta oggi oltre 200 punti vendita distribuiti in prevalenza nel Centro-nord, una sessantina affiliati in franchising e gli altri di proprietà.

 

 

Come spiega Marco Ricottelli, direttore marketing e acquisti di Dmo, nella videointervista rilasciata alla rivista Distribuzione Moderna, da circa un anno l’insegna ha lanciato un nuovo format da gss/category killer: grande superficie di vendita (oltre mille mq), vasto assortimento (12mila referenze) e parecchi servizi, dalla toelettatura alla pet laundry. Al corner dei farmaci veterinari, dove ad assistere i clienti c’è un farmacista in camice bianco. Come si diceva, un altro “pezzo” di farmacia innestato sul tronco di un category killer, termine che designa le grandi superfici specializzate dove ampiezza e profondità di gamma diventano un massiccio vantaggio competitivo sui concorrenti. Un’ibridazione in cui l’Isola dei Tesori parrebbe credere, visto che sono già sei i punti vendita dell’insegna forniti di tale corner (Porto San Giorgio, Voghera, Castelletto Ticino, Cantù, Parma, Buccinasco) e altri cinque dovrebbero seguire per la fine del 2018.

Quali siano poi gli obiettivi commerciali dell’operazione non è difficile capirlo. Quella dei proprietari di animali d’affezione è una platea sempre più importante, anche in termini di spesa: una famiglia su tre ha in casa almeno un pet, un proprietario su due è pronto a spendere anche 30 euro in più al mese per dargli cibo di qualità (vedi ricerca) e 6,2 milioni di italiani se lo porteranno in vacanza con loro. Risultato, in farmacia il “vet” gode di buona salute: come riferisce Iqvia, nei primi cinque mesi dell’anno il mercato della veterinaria cresce del 3,4% e tocca i 138 milioni di euro; in particolare, il segmento dei farmaci veterinari (che vale l’81% del comparto) mette a segno un incremento del 2,7%, mentre quello dei prodotti (pet care, accessori eccetera) fa il +6,6%.

 

 

Tra i farmaci, in particolare, le vendite maggiori arrivano dagli antiparassitari (che fanno il 40% del mercato ma nei 12 mesi terminanti a maggio calano del 5%) e dagli antimicrobici sistemici (18% del mercato, – 3% sull’anno). Crescono invece nel 10% gli anticardiovascolari, ma il loro peso sulle vendite complessive del canale non supera il 10%. Tra i prodotti vet, infine, l’80% delle vendite arriva da alimenti e dietetici (+5% sull’anno mobile precedente), l’11% invece dagli articoli per la toelettatura (+2%).

 

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