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Servizi digitali, per un tedesco su due importante che la sua farmacia abbia un’offerta online

Filiera

Più di un tedesco su due considera importante che la farmacia fisica disponga di un sito di e-commerce, anche perché questo consente di verificare velocemente se il prodotto cercato è disponibile. E quasi uno su tre mostra apprezzamento per l’app della sua farmacia. I dati arrivano da un’indagine commissionata da Noweda, cooperativa tedesca della distribuzione intermedia con oltre novemila farmacisti soci, e condotta da un team di ricerca dell’università del Baden-Württemberg su un campione di 1.300 consumatori dai 16 anni in su.

La prima evidenza riguarda la digitalizzazione: più del 50% degli intervistati considera importante che la sua farmacia fisica abbia un’offerta online (non dimentichiamo che in Germania è consentita la vendita a distanza anche del farmaco con ricetta) e solo il 12% dice di non dare alcuna rilevanza all’e-commerce. Quasi la metà del campione (il 46%) ritiene molto o abbastanza importanti servizi come l’ordine da remoto (tramite app o altro canale digitale), la consegna con corriere e il pagamento tramite smartphone. Circa il 30% considera molto importante o abbastanza importante l’app della sua farmacia.

«Sono risultati che non sorprendono» ha commentato il ceo di Noweda, Michael Kuck «quando fanno acquisti online i consumatori hanno la possibilità di sincerarsi in anticipo se il prodotto che desiderano è disponibile (in Germania la carenza di farmaci – in particolare pediatrici – è sempre rilevante, ndr). Si può dunque presumere che questo servizio sarà sempre più richiesto».

I più sensibili ai servizi digitali delle farmacie risultano essere – ovviamente – i giovani fino a 25 anni, seguiti dai 36-50enni. L’interesse cala tra i 51-65enni e nella fascia successiva, ma è tutt’altro che marginale: il 24% degli over 65 dichiara di avere già sperimentato l’invio online della ricetta medica prima di recarsi in farmacia a ritirare il medicinale (dal primo gennaio in Germania è scattato l’obbligo della prescrizione elettronica), quando tra i 26-35enni ha fatto lo stesso soltanto il 22% degli intervistati.

«Non sorprende che la richiesta di soluzioni digitali sia pronunciata anche tra i clienti più assidui delle farmacie» osserva ancora Kuck «ed è una domanda alla quale occorre assolutamente dare risposta, se non si vuole che queste persone finiscano per rivolgersi ai grandi “pure player” dell’online. Questo vale soprattutto per i pazienti cronici, che hanno terapie prolungate con forniture e ricette programmate».

La digitalizzazione della ricetta, infatti, porta con sé la ripetizione automatica della prescrizione, un servizio però che – rivela il sondaggio – conosce davvero soltanto il 26% degli intervistati. L’interesse tuttavia è forte, perché quasi il 70% del campione dice di volerne sapere di più, inclusi i meno anziani.

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