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Natale, un regalo su due nel cura persona e il 48% degli italiani comprerà in un negozio

Consumatore

Crescono per la prima volta dal 2019 gli italiani che a Natale prevedono di fare regali. E se i prodotti enogastronomici rimangono il genere più gettonato, il cura persona è la categoria che mette a segno l’incremento più importante nelle preferenze di chi metterà doni sotto l’albero. A dirlo la consueta indagine con cui ogni dicembre Confcommercio e Format anticipano tendenze e acquisti del Natale in arrivo. E stavolta le buone notizie non mancano, anche per le farmacie che contano sulle Feste di fine anno per incrementare le vendite dell’area commerciale.

Per cominciare, cresce  la quota di coloro che prevedono di fare regali: questo Natale lo faranno il 73,2% degli intervistati, in crescita (di circa cinque decimi di punto sull’anno scorso) per la prima volta dalle Festività del 2019. Cibi e vini si confermano in cima alla lista dei doni con il 72,3% delle preferenze, seguiti da giocattoli (50,1%), igiene bellezza (49,6%), abbigliamento (49,4%) e libri (41,6%).

 

Natale 2023, i regali più gettonati secondo Confcommercio-Format

 

Il cura persona, come detto, è il comparto che fa registrare rispetto al 2022 l’incremento maggiore nelle preferenze degli intervistati, +8,6%. A seguire i gioielli (+7,9%) e i trattamenti di bellezza (+6,7%), mentre carte regalo e abbonamenti alle piattaforme streaming sono i regali più gettonati da chi acquista online. Quanto al valore della spesa, cresce il budget destinato mediamente ai regali – 186 euro a persona  contro i 157 euro del 2022 – e aumenta anche la percentuale di coloro che dicono di voler spendere oltre 300 euro (dal 2,8% del 2022 all’8,3% di questo Natale).

La tredicesima, tuttavia, sarà consumata soltanto in piccola parte: in media il 18,5%, mentre il grosso della mensilità se ne andrà per pagare tasse e bollette (24,9%) e per le spese di casa (23,7%). Tra i canali di acquisto preferiti, Internet si conferma al primo posto e in aumento del 6% rispetto all’anno scorso, ma cresce anche l’utilizzo dei negozi di vicinato (dal 45% al 48,3%) e i punti vendita della distribuzione organizzata (dal 53% al 67,7%).

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