Ecosostenibilità e riduzione degli sprechi sono valori che orientano le scelte di un numero crescente di consumatori italiani (il 43% delle famiglie privilegia i prodotti che rispettano l’ambiente, dice una ricerca di Eumetra) e tra i retailer crescono le insegne che si sforzano di assecondare questa nuova sensibilità. E’ il caso di Unica, la catena di Unico spa, che di recente ha rivisto il proprio format in chiave “eco”, ed è anche il caso di Farmà, la rete di Farvima, che un anno fa aveva lanciato il concept della “farmacia ecoceutica” e oggi ne riapre il cantiere dopo una pausa di riflessione. Il fil rouge è il “plastic free”, che il network comincerà a declinare dal 2020 nel lay out così come nell’offerta merceologica. «Per cominciare» spiega Simona Laing, amministratore delegato di Farmà «stiamo sostituendo raccoglitori, portavolantini da terra e da banco e tabelloni portaposter con nuovi modelli in cartone alveare, per ridurre l’uso di materiale non riciclabile».
Con lo stesso obiettivo, il network intende trasferire progressivamente i prodotti delle sue private label in un nuovo packaging ecosostenibile: si partirà dai saponi liquidi e quindi, nei primi mesi del nuovo anno, sarà la volta della gamma degli integratori. «Stiamo selezionando le aziende fornitrici e non è un compito facile» ammette Laing «perché le norme di riferimento spesso sono ambigue. Stesso discorso per il refilling, ossia la vendita di prodotti sfusi che il cliente si porta a casa usando propri contenitori, che quindi riducono la produzione di rifiuti plastici: la legislazione obbliga a muoversi con estrema attenzione».
L’intenzione, in ogni caso, è quella di concretizzare una volta per tutte le progetto della farmacia ecoceutica: «Tra i consumatori è sempre più diffusa una coscienza ambientale che fa il paio con la richiesta di prodotti veramente biologici e naturali» ricorda Laing «il fatto che altre insegne del canale abbiano imboccato la nostra stessa strada vuol dire che l’intuizione della farmacia ecoceutica era azzeccata».