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Cosmetica Italia, nel 2017 farmacia +1,2% ma c’è da lavorare sull’identità

Mercato

Il mercato della cosmetica in farmacia chiude il 2017 con una crescita di poco superiore al punto percentuale, che porta il giro d’affari sopra i 1.850 milioni di euro, e promette incrementi della stessa dimensione nel primo semestre del 2018. E’ la fotografia che arriva dalla consueta indagine congiunturale con cui Cosmetica Italia, l’associazione che riunisce le imprese del comparto, traccia un bilancio dell’anno appena chiuso e butta un occhio sulla prima metà del nuovo. Ne emerge un quadro sostanzialmente positivo, in cui la domanda di cosmetici in Italia cresce con più vigore che in passato (+1,3%) e supera di poco i 10 miliardi di fatturato.

Non tutti i canali di vendita, però, partecipano alla crescita allo stesso modo. I saloni di estetica e acconciatura riconfermano nel 2017 incrementi attorno al 2%, le erboristerie mostrano un’espansione contenuta (+0,9%) al pari della grande distribuzione (+1%), le cui vendite però superano i 4 miliardi di euro e coprono ormai oltre il 40% della distribuzione di cosmetici a livello nazionale. Incremento importante anche nelle vendite dirette (+7%), spinte dall’e-commerce che continua a crescere a doppia cifra (+25%). Ma si tratta di canali dai volumi ancora marginali: 820 milioni di euro per le vendite dirette, circa 300 milioni per l’online.

 

 

Del +1,2% delle farmacie si è già detto. «I dati» è al riguardo il commento che arriva dall’Indagine congiunturale «confermano la necessità da parte delle  imprese di affiancare il farmacista e la sua crescita imprenditoriale, ovviamente con un occhio di riguardo nei confronti della dermocosmesi, nonostante non si
avverta ancora una sensibilità omogenea. Identità della farmacia, posizionamento e clusterizzazione della clientela sono i parametri su cui lavorare per i nuovi modelli di distribuzione. Sono evidenti le mutate esigenze dei consumatori, la fiducia che gli stessi riconoscono al canale farmacia, ai suoi livelli di affidamento, di specializzazione
ed alla cura dei servizi accessori, che spiegano comunque la generale tenuta del canale e le sue potenzialità».

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