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Servizi, automazione, rete e mdd: Unico declina la sua proposta di partnership

Filiera

Digitalizzazione, e-commerce, aggregazioni in reti e catene: sui farmacisti titolari incombono trasformazioni che promettono (o minacciano, a seconda di come si guarda il bicchiere) effetti dirompenti per tutta la filiera. E per le aziende della distribuzione intermedia che hanno più a cuore le sorti delle farmacie, l’imperativo diventa quello di accompagnarle tra i flutti del cambiamento e aiutarle a tenere la rotta. Questa almeno è la visione di Unico, la terza realtà della farmadistribuzione italiana per quota di mercato: 1,2 miliardi di fatturato nel 2018 (per un ebit di 1,6 milioni di euro), 700 addetti, 9 centri distributivi, 500 vettori esterni e più di 6.500 farmacie servite quotidianamente, la società ha presentato nella cornice della sua convention annuale, organizzata quest’anno a Baia Samuele (Ragusa, 7-14 settembre), programmi e progetti per la nuova stagione. Accompagnati da una sorta di “memo” indirizzato alla categoria dei titolari: per affrontare le sfide che ha davanti, la farmacia deve lavorare sugli elementi che le assicurano un vantaggio competitivo difficilmente imitabili. E fare affidamento su un distributore strutturato e forte. «La società» spiega a Pharmacy Scanner Stefano Novaresi, direttore generale di Unico «ha avviato una riorganizzazione aziendale per aggiornare il proprio ruolo di distributore intermedio e cercare nuove sinergie con i farmacisti titolari, allo scopo di accompagnarle nelle sfide del momento».

Novaresi, quali sono gli strumenti che, nella vostra progettualità, possono essere di maggiore aiuto alle farmacie?
Automazione, servizi, private label, network, formazione. In sostanza, le cose che abbiamo presentato nella nostra convention siciliana. Dove abbiamo ospitato più di 500 farmacisti titolari e avvertito, nella stragrande maggioranza di loro, una nuova sensibilità alla gestione manageriale della farmacia.

Vediamo allora: i servizi?
Nella nostra vision, la farmacia dei servizi è una delle aree che il farmacista titolare non può più trascurare. C’è una domanda crescente da parte del pubblico e ci sono opportunità da sfruttare. Pensiamo per esempio alla telemedicina in questo contesto di progressivo invecchiamento demografico e cronicizzazione delle malattie. Da distributori, vogliamo aiutare i titolari a proporre e gestire i servizi in modo strutturato e professionale.

L’automazione?
Qui la nostra proposta è Carep, il nostro sistema intelligente di riordino automatico (vedi articolo qui): la sperimentazione condotta su 23 farmacie ha dimostrato che con questo strumento è possibile abbattere il tempo speso dal titolare per ordini e refill, dalle 250 alle 400 ore annue a seconda della “taglia” della farmacia. In questo modo, il farmacista ha la possibilità di “convertire” il tempo guadagnato in attività più qualificanti e proficue come il consiglio, l’assistenza alla vendita o la governance della farmacia.

Anche in altri Paesi la farmacia sta imboccando con decisione la strada dell’automazione. Penso per esempio alla catena inglese Rowlands e alla recente riorganizzazione della sua rete in farmacie hub&spoke…
Conosco bene quel progetto e non va dimenticato che alla base c’è un contesto normativo e un’organizzazione del servizio sanitario ben differenti dal nostro. In comune c’è però lo stesso principio: quando si lavora bisogna concentrarsi sulle cose importanti, che fanno la differenza. E’ per questo che in quasi tutti gli altri comparti del retail l’automazione del refilling è una trasformazione che ha già attecchito. In farmacia poi, questa trasformazione acquista un elemento di valore ancora più importante: consente di investire la professione sulle attività davvero qualificanti.

Private label: piani a breve termine?
Unidea, la nostra linea a marchio, conta ormai 150 referenze e registra un buon successo, con un buon posizionamento in diverse categorie di prodotto per il suo ottimo rapporto qualità prezzo. Nella stagione entrante proseguiremo con i nuovi lanci, perché siamo convinti che la farmacia di oggi debba avere al suo arco anche questa freccia.

Chiudiamo con la vostra insegna di farmacie di proprietà, Unica: all’ultimo aggiornamento ne risultavano cinque, soltanto una delle quali già “vestita” con il format di catena. Vi siete presi una pausa di studio o la progressione continua?
Nessuna pausa: ai primi di ottobre inaugureremo la seconda farmacia con il format Unica, in via Bovisasca a Milano, intanto continuiamo a seguire il mercato. Non compriamo sistematicamente come altre catene, la nostra linea è quella di approfittare delle opportunità di mercato quando si presentano. L’obiettivo, inoltre, è quello di costruire una rete che non comprenda soltanto farmacie di proprietà al 100%, con logiche di gestione però subordinate a impegni forti e vincolanti, perché vogliamo mantenere identità, riconoscibilità e posizionamento dell’insegna.

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