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Online: dopo la sentenza Ue sui marketplace, il 21 marzo la prima riunione del tavolo ministeriale

Filiera

Forse ha impresso un’accelerazione la sentenza sui marketplace della Corte di giustizia Ue (Cgue) del 29 gennaio scorso o forse era già nell’aria, fatto sta che è calendarizzata per il prossimo 21 marzo la prima riunione del tavolo ministeriale su home delivery ed e-commerce istituito a settembre dal sottosegretario alla Salute, Marcello Gemmato, e insediato formalmente a dicembre al dicastero. A riunirsi, in particolare, sarà il sottogruppo di lavoro sull’home delivery, dunque nella seduta non si dovrebbe parlare di e-commerce di sop e otc (e quindi nemmeno di marketplace). Tuttavia, la convocazione inviata dal Ministero lascia aperta l’eventualità che l’argomento possa essere comunque toccato: «Detto sottogruppo» recita infatti l’e-mail della direzione generale Farmaci e dispositivi medici «è chiamato ad approfondire le problematiche connesse alla pratica sempre più diffusa della consegna a domicilio dei farmaci, anche in relazione alla necessità di delimitarne con precisione i confini affinché non venga elusa la disciplina vigente in materia di vendita a distanza dei medicinali».

D’altronde, la sentenza della Corte di giustizia Ue ha già cominciato a stimolare commenti e riflessioni tra le sigle che parteciperanno alla riunione del 21 marzo. «Le regole sull’e-commerce del ministero della Salute sono ormai vecchie di dieci anni» ricorda a Pharmacy Scanner Carlo Bergamini, direttore Risorse umane e organizzazione delle Farmacie comunali riunite di Reggio Emilia, nel sottogruppo sull’home delivery per Assofarm «e già a dicembre, nella seduta di insediamento, il Ministero fece capire che alcune di quelle disposizioni non erano più allineate ai cambiamenti intervenuti con il covid. Riguardo all’home delivery, per esempio: oggi, è stato detto, molti anziani mandano in farmacia la badante per farsi rinnovare la ricetta». In altri termini, se a consegnare  è un corriere non c’è tutta questa differenza.

Davanti alla sentenza dei giudici Ue sui marketplace, anche l’originario “niet” ministeriale alle app per la vendita di Sop e Otc potrebbe scricchiolare. «Su questo tema noi ci aspettiamo qualche apertura» dice a Pharmacy Scanner Marco Di Filippo,  direttore generale di Amicafarmacia e componente del cda di Talea Group «d’altronde, anche il Ministero riconobbe a suo tempo che divieti di questo genere avevano sempre meno senso, considerato che con un notebook posso già acquistare online dovunque sia». «La sentenza Ue sui marketplace è impattante» commenta Francesco Zaccariello, managing director di Atida eFarma Italy «rischia di essere un’apertura ad Amazon, un piccolo step non sostanziale ma formale verso i brand del farmaco».

«La sentenza della Cgue ha aperto il mercato» aggiunge Pierluigi Petrone, presidente di Assoram, che al tavolo rappresenterà farmacie online e società dell’home delivery «mai come in questo momento diventa necessario cogliere le evoluzioni in atto garantendo allo stesso tempo qualità del servizio e sicurezza dei pazienti. L’associazione che presiedo ha fatto un lavoro importante, raccogliendo a gennaio le istanze delle aziende che rappresenteremo al tavolo ministeriale: tra i temi sui quali ci si aspetta un aggiornamento delle regole che coniughi flessibilità e garanzie. ci sono le app, l’apposizione del logo Ue in tutte le sottopagine di un sito che commerciano farmaci otc e la spedizione dei prodotti acquistati dall’esercizio che ha effettuato la vendita anziché dal magazzino del suo distributore». Appuntamento al 21 marzo.

 

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