In Francia, cinque gruppi della dermocosmetica hanno unito le loro forze per lanciare un servizio di refill (ricarica) nelle farmacie, che al momento abbraccia 15 dei loro brand. All’origine del progetto un rapporto del Governo transalpino risalente al febbraio scorso, secondo il quale l’industria cosmetica sarebbe responsabile di una quota dallo 0,5 all’1,5% delle emissioni globali di gas serra. Expanscience, Garancia, La Rosée Cosmetics, Bioderma (Naos) e Pierre Fabre Dermocosmetics hanno quindi stretto “un’alleanza” con l’obiettivo di ridurre significativamente la dispersione nell’ambiente di imballaggi e packaging dei loro prodotti. Sono state avviate collaborazioni con consulenti e società impegnate nel “riuso” e nella cosiddetta economia circolare, sono state reclutate agenzie e aziende specializzate nella sostenibilità ambientale.
Risultato, da un mese circa la Farmacia Carré Opéra di Parigi propone alla clientela un “punto di ricarica” per 15 famosi brand dei cinque produttori: A-Derma (Pierre Fabre), Bioderma (Naos), Ducray (Pierre Fabre), Eluday (Pierre Fabre), Garancia, Klorane (Pierre Fabre), La Rosée et Mustela (Expanscience): si tratta in sostanza di un armadio-dispenser dove il consumatore può effettuare la ricarica dei suoi dermocosmetici preferiti servendosi di bottiglie in vetro riutilizzabili da 500 ml. Ogni marca definisce liberamente il proprio prezzo consigliato e a sua volta la farmacia fissa altrettanto liberamente il prezzo al pubblico, in ogni caso il risparmio rispetto allo stesso prodotto nel suo packaging a perdere è cospicuo.
L’armadio-dispenser, che riunisce in un’unica “calata” tutti i marchi coinvolti nel progetto, è stato realizzato da Mobil Wood, azienda francese di mobili in legno eco-progettati, mentre gli erogatori (con dispositivo antisgocciolamento) arrivano da Jean Bouteille, società specializzata nella creazione di soluzioni sfuse e di riutilizzo. Grande attenzione anche nella selezione dei contenitori in vetro, scelto in una versione che consente il riutilizzo sicuro delle bottiglie. Il sistema, inoltre, rispetta scrupo0losamente le normative riguardanti sicurezza e qualità dei prodotti dermocosmetici, inclusa tracciabilità rischi d’ingestione del prodotto (in particolare da parte dei bambini).
Dopo un primo rodaggio nella farmacia parigina e sulla base dei risultati che emergeranno, il progetto verrà progressivamente esteso nel resto del Paese, in nome di un imegno ambientale che per i cinque produttori ha anche palesi implicazioni di marketing: il 63% dei consumatori francesi dice di essere pronto ad acquistare i prodotti preferiti in quantitativi da ingrosso, pur di risparmiare e ridurre l’impronta ambientale.
«Come Unifarco abbiamo già lanciato alcuni progetti dello stesso genere» commenta Luigi Corvi, vicepresidente Sales & Marketing dell’azienda bellunese «due anni fa per esempio abbiamo proposto una linea di creme osmotiche nelle quali il vasetto in vetro contiene una vaschetta in platica riciclata che il cliente può riportare in farmacia per averne una nuova. Un anno fa, invece, è stata la volta di alcune referenze della detergenza che abbiamo commercializzato in sacchetti per la ricarica. Avevamo anche valutato progetti come quello francese, ma ci eravamo fermati davanti agli ostacoli posti dalla nostra legislazione. Capiremo quali differenze ci sono tra il nostro Paese e i nostri vicini e faremo un ragionamento».