In un momento di profonda incertezza economica come quello che stiamo attraversando, può anche succedere questo: che alla IX Convention di Federfarmaco e Federfarma Servizi (Roma, 19-20 novembre) vadano in scena sullo stesso palco due “mood” in apparenza dicotomici, da una parte la preoccupazione delle cooperative della distribuzione, che chiedono aiuti e sostegni dopo un 2024 a dir poco doloroso, e dall’altra la soddisfazione di Federfarmaco (la società che a quelle stesse cooperative offre servizi e fa da centrale acquisti) per i numeri con cui si appresta a chiudere l’anno. Insolito, ma questo è ciò che è successo. E per dare la misura della “bipolarità” che ha contraddistinto l’appuntamento congressuale è sufficiente riportare i passaggi principali dei relatori che nella prima giornata, quella dedicata a Federfarmaco, si sono succeduti al microfono. «Stiamo vivendo una crisi complessa» ha detto per esempio nel suo intervento di apertura il presidente di Federfarmaco, Vittorino Losio «acuita in particolare dagli aumenti dei tassi di interesse e del costo del lavoro. Se non ne usciamo, subirà un indebolimento anche la farmacia perché è grazie alla distribuzione intermedia che la farmacia garantisce un accesso rapido alle cure».
Se non ci può essere accessibilità alle cure senza sostenibilità della distribuzione intermedia, ha proseguito Losio, è anche vero che questa stessa sostenibilità passa dalla capacità delle società dei farmacisti di fare squadra, una capacità di cui Federfarmaco è la principale espressione: attraverso le 19 cooperative socie (le stesse che figurano in Federfarma Servizi) assiste più di novemila farmacie e vale il 40% del mercato della distribuzione. «Siamo un partner autorevole per le farmacie e per l’industria» ha detto il presidente «e oggi la sfida è fare sistema per scongiurare rischi di disintermediazione».
In questo senso, ha rassicurato Losio, i progetti di fusione attualmente in sviluppo tra Cef – la cooperativa di cui è presidente – e Unico non mettono a rischio l’unità d’intenti che deve contraddistinguere le società dei farmacisti: «La joint venture non va vista come una minaccia ma è la conferma che fare sistema rappresenta un imperativo categorico per tutta la filiera» ha detto alla convention. Un concetto poi ribadito a Pharmacy Scanner: «La possibile integrazione fra Cef e Unico rappresenta un valore unico per la distribuzione intermedia dei farmacisti» è il suo pensiero «e non può che rafforzare il panorama distributivo, nell’imperativo che fare sistema è quanto mai fondamentale».
Tra le leve che Federfarmaco mette a disposizione delle cooperative socie e che continueranno a essere strategiche per Cef e Unico anche nel nuovo assetto, Losio cita i prodotti a marchio: «Profar è una delle risorse fondamentali della centrale e si integra – oggi come in futuro – con i prodotti a marchio dei singoli distributori, facendone anch’esso sistema con aree di competenza dei prodotti a marchio locali e aree di competenza dei singoli soci (e quindi anche di Cef-Unico) con una volontà unica di offrire al cittadino soluzioni differenti che coesistano senza cannibalizzazioni. Settori al di fuori del nostro, come la grande distribuzione, si sono già mossi in questa direzione integrando gli attori in una medesima centrale».
Rassicurazioni anche riguardo alle voci (di cui aveva riferito la nostra rivista) di un possibile ridimensionamento delle attività logistiche di Federfarmaco. «Continueremo a considerare la centrale come elemento fondamentale del nostro operare» garantisce Losio «Federfarmaco continuerà a ricoprire nel sistema un ruolo fondamentale – dal quale non possiamo prescindere – anche nell’eventualità in cui la transizione alla tracciabilità con Datamatrix non dovesse subire rinvii e fosse quindi confermato il via dal prossimo febbraio».
È confermata invece la notizia – anticipata anche questa da Pharmacy Scanner un paio di settimane fa – che in Federfarmaco si stia lavorando a un Piano industriale orientato alla riorganizzazione e al rilancio della società: «Il percorso che porterà all’approvazione di tale Piano» spiega Fabio Mascherpa, dg di Federfarmaco «vede il Consiglio d’Amministrazione come parte attiva: una prima riunione, convocata pochi giorni prima della convention, è servita a delineare alcuni possibili scenari futuri. Nell’ottica di valutare tutte le diverse ipotesi sul tavolo, è stato quindi deciso di incaricare Giovanna Fossa, docente e Responsabile scientifica dell’Osservatorio sulla Logistica del Politecnico di Milano, un’analisi sugli effetti dell’eventuale sviluppo e affiancamento di una piattaforma logica a quella logistica. In questo lavoro, verrà chiesta la partecipazione di alcune nostre aziende socie perché forniscano informazioni sulla loro logistica».
Pure Mascherpa, infine, rassicura riguardo alle voci che erano circolate nelle settimane scorse: «Anche se siamo ancora in una fase embrionale, posso affermare che le aree di business non cambieranno e che le prospettive presentate all’ultima riunione del cda non vanno verso un ridimensionamento della centralità del ruolo, anche logistico, di Federfarmaco».
D’altronde, ha detto il direttore generale nel suo intervento alla convention, la società mostra numeri di tutto rispetto: fatturato sull’anno di 477 milioni di euro, primo margine pari a 15,5 milioni, ebit 3,6 milioni. «Federfarmaco ha un bilancio solido» ha detto dal palco «e quest’anno risultano in crescita le aziende partner così come i volumi distribuiti dalla centrale». Diversi i progetti della società per il 2025, tra i quali in particolare un ulteriore investimento in Viprof, il distributore vicentino di omeopatici ed erboristici in cui Federfarmaco era entrato nel 2022 con una quota del 40% che nel 2025 verrà raddoppiata, e l’evoluzione della piattaforma HubFarma, per la gestione integrata delle tessere Sec e Carta Pro. In programma, infine, anche il “revamping” di Edufarma, la piattaforma per l’education del farmacista a disposizione delle reti affiliate a Federfarmaco.