Amazon-Pillpack: che cosa c’è davvero dietro al deal dell’anno

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A pensar male scappa il sospetto della premeditazione: in tarda mattinata Walgreens Boots Alliance comunica i risultati del terzo trimestre fiscale negli Usa (utile netto per azione +26,2%, vendite +14%, dividendi +10%) e poche ore dopo Amazon esce con l’annuncio della prossima acquisizione di Pillpack, una farmacia online di Boston. E i titoli delle principali catene americane di farmacia crollano alla borsa Usa nel giro di un attimo: Wallgreens -10,37%, Rite Aid -10,61%, Cvs Health -9,32%. E’ successo tutto giovedì 28 giugno, in un’altra di quelle giornate di cui si parlerà a lungo nel mondo del farmaco e della farmacia. Anche in Italia, dove la notizia è stata subito rilanciata da quasi tutti i giornali, economici e non: Amazon ha messo ufficialmente piede nel mondo della distribuzione finale del farmaco; meglio, Amazon ora può dire di essere anche una farmacia. Negli Stati Uniti, per ora, ma il recinto è stato violato e nessuno può sapere che cosa accadrà da qui in poi.

Nella ridda di commenti che ha fatto subito seguito alla notizia, però, non tutti hanno subito focalizzato il reale senso dell’operazione. Eppure gli indizi sono tutti lì sul tavolo. E ruotano proprio attorno a Pillpack, la piccola (non più di mille dipendenti, quando Wba ne ha più di 230mila) e giovane (è stata fondata nel 2012) farmacia online che Amazon si prepara ad acquistare a condizioni al momento ignote (ma secondo alcune fonti il deal si aggirerebbe attorno ai mille milioni di dollari). Vediamo per cominciare cosa dice di quest’azienda Jeff Wilke, ceo di Amazon worldwide consumer: «PillPack sta migliorando significativamente la vita dei suoi clienti, e vogliamo aiutarli a continuare a rendere più facile per le persone risparmiare tempo, semplificare le loro vite e sentirsi più sani. Siamo entusiasti di vedere cosa possiamo fare insieme per conto dei clienti nel tempo». Già, perché Pillpack, come ricorda sul suo stesso sito, non è una farmacia come le altre. E lo spiegano efficacemente i due video che seguono.

 

 

Chiaro no? Pillpack è una farmacia che si rivolge principalmente a pazienti cronici, perché recapita a domicilio i farmaci in dosaggi preconfezionati in base alle politerapie dell’assistito. Ogni bustina contiene le pillole da assumere (capito ora il nome Pillpack?) e reca stampati sul fronte data e ora in cui va aperta. E le bustine, a loro volta, vengono recapitate a casa in scatole che coprono un mese di terapia, più gli eventuali integratori, dispositivi o supporti che la devono accompagnare. E il servizio, come scrive la rivista Marketwatch, risulta particolarmente apprezzato da anziani e politrattati.

Ora è evidente, dunque: con l’acquisizione di Pillpack, Amazon non metterà piede nella farmacia, metterà piede nella cronicità e nell’aderenza alle terapie, i due temi che oggi stanno più a cuore ai sistemi sanitari pubblici e privati (assicurazioni). E va riconosciuto che è una mossa geniale, perché dimostra che il colosso dell’e-commerce ha compreso perfettamente le dinamiche del mercato del farmaco e le priorità di quelli che in gergo si chiamano payor (assicurazioni, fondi e anche servizi sanitari pubblici): recapitare a casa i farmaci già ripartiti in pillolieri, significa semplificare la vita al paziente cronico (e infatti che cos’ha detto Wilke?) e incrementarne compliance e aderenza alle terapie.

Ma c’è di più, ed è un di più di cui dovranno tenere conto anche le farmacie del Vecchio continente: con questa operazione, Amazon dimostra di aver capito che il mercato in cui il recapito a domicilio diventa un plusvalore è quello dei malati cronici. L’acuto, quello che prima di recarsi in farmacia deve passare dal dottore per farsi visitare, difficilmente va poi ad acquistare on line. L’anziano cronico, invece, che da mesi o anni prende sempre le stesse medicine e ha bisogno soltanto di farsi ripetere la ricetta e rinnovare la fornitura di medicinali, è il cliente perfetto della farmacia che recapita a casa in dosaggi preconfezionati. Risparmia tempo, non deve disturbare parenti o familiari perché vadano a prendergli i farmaci, né ha bisogno di badanti o mogli che gli preparino le pillole del giorno in un piattino. Poi, ovviamente, ci sono anche i vantaggi tattici: con l’acquisto di Pillpack, Amazon non dovrà più procurarsi le autorizzazioni per distribuire farmaci nei 50 Stati della Federazione, la farmacia online ha già tutte le carte che servono. Non a caso, prima che Amazon concludesse l’affare era stata Walmart, l’insegna mondiale della distribuzione organizzata, a fare un pensierino sulla farmacia online.

E i concorrenti di Amazon, da Walgreens a Cvs Pharmacy? I primi commenti sono improntati alla tranquillità. Il ceo di Wba, Stefano Pessina, ha dichiarato che la società non è «particolarmente preoccupata dalla notizia. Il mondo della farmacia è molto più complesso che consegnare alcune pillole o pacchetti. Sono fermamente convinto che il ruolo della farmacia fisica continuerà a essere molto importante in futuro».

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