Rapporto 2024 Assalco-Zoomark: stabile la popolazione pet in Italia, i cani e i gatti sono 19 milioni
Rimane stabile attorno ai 65 milioni di esemplari la popolazione italiana degli animali da compagnia: i pesci, i più numerosi, sono quasi 30 milioni, cani e gatti superano i 19 milioni, gli uccelli sono quasi 13 milioni, rettili e piccoli mammiferi si fermano a 3,2 milioni. I dati arrivano dal Rapporto Assalco-Zoomark 2024, la pubblicazione con cui l’Associazione nazionale delle imprese per l’alimentazione e la cura degli animali da compagnia fotografa il mercato del pet e le sue tendenze.
Secondo un’indagine condotta da Bva Doxa su un campione di 800 proprietari di pet, cani e gatti entrano in casa da percorsi differenti: il cane, nella maggior parte dei casi, è adottato da un canile, il gatto invece viene più spesso accolto dopo essere stato trovato per strada. Non è raro poi che siano amici e familiari a regalarli: per entrambi, anzi, la donazione rappresenta il secondo canale d’ingresso dopo il canile (nel caso dei cani) e il ritrovamento (nel caso dei gatti). Il terzo è l’acquisto da un allevamento o un negozio ma soltanto per i cani.
Per un proprietario, dice ancora il sondaggio Bva Doxa, la principale responsabilità è quella di fornire al suo cane o gatto acqua e cibo, che viene selezionato in base a vari criteri. Il primo è la qualità degli ingredienti, citata dal 74% dei proprietari, ma contano anche il consiglio del veterinario (64% delle preferenze) e la marca (indicata dal 62% dei rispondenti). Seguono poi il contenuto proteico e la praticità del prodotto, mentre il prezzo si piazza soltanto al sesto posto anche se il proprietario risulta più attento che in passato a cercare il giusto compromesso tra qualità e prezzo.
Tra le responsabilità del proprietario, secondo o diretti interessati, c’è anche quella di assicurare al proprio animale un ambiente pulito, compresa la lettiera se è un felino, e tenerlo in salute facendolo giocare. Non da ultimo, il proprietario deve assicurarsi di curare l’igiene del proprio animale e di tenere sotto controllo eventuali attacchi dei parassiti con i prodotti in commercio. Anche per questi motivi, i proprietari di cani si recano mediamente dal veterinario tre volte all’anno, meno i padroni di gatti. Lo scopo, in entrambi i casi, è quello di sottoporre l’animale a un controllo di rutine o a una vaccinazione.
I principali vantaggi che discendono dall’avere un pet in casa riguardano il rapporto tra uomo e animale: i pet, dicono gli intervistati, offrono affetto, compagnia e contribuiscono al benessere emotivo delle persone. Inoltre, il prendersi cura di loro genera gratificazione e favorisce la responsabilizzazione in bambini e adolescenti. Sei proprietari su dieci, inoltre, ritengono che i pet fanno sentire meglio le persone perché offrono conforto e riducono lo stress. Percentuale comparabile per chi osserva come gli animali da compagnia offrano amore incondizionato e facciano compagnia alle persone, riducendo il senso di solitudine. Per quasi metà dei proprietari di gatti, la presenza di un animale fa sentire appagati e gratificati. Nel caso specifico di bambini e adolescenti, oltre otto intervistati su dieci ritengono molto importante che l’avvicinamento agli animali d’affezione avvenga fin da piccoli, per sviluppare il senso di responsabilità e aiutarli a creare legami emotivi e sociali.
Come di consueto, il Rapporto Assalco-Zoomark dedica un capitolo al mercato del pet food, che si limita però ad analizzare soltanto i canali gdo e specializzati (petshop tradizionali e catene). Per questo motivo, i numeri che propone hanno interesse per la farmacia soltanto nella misura in cui consentono un confronto sulle dimensioni dei diversi mercati. Nel 2023, il pet food per cani e gatti ha sviluppato nei canali gdo e specializzati un giro d’affari superiore ai 3 miliardi di euro, +13,4% sul 2022, per un totale di 673.153 tonnellate di confezioni vendute. La crescita è stata sostenuta principalmente dall’inflazione, cioè dall’aumento dei prezzi, perché i consumi in volume sono rimasti sostanzialmente stabili.
Questo, osserva il Rapporto, conferma la natura «resiliente» del mercato del Pet Food: «di fronte ad un’elevata inflazione dell’offerta, ancora una volta gli acquirenti hanno assorbito gli aumenti di prezzo salvaguardando le quantità acquistate, che hanno portato ad un sostanziale difesa dei volumi sviluppati nel 2022». È una considerazione di cui possono fare tesoro anche le farmacie: i proprietari di pet tendono a non tagliare sulle spese per i loro animali, anche se il ricorso alla leva promozionale da parte dei retail torna a crescere dopo la fine del covid (19,4% negli specializzati, +1,6% sul 2022, 25,8% nella gdo, +2,2%).
Sempre nel pet food per cani e gatti, il segmento degli alimenti umidi si conferma il più importante, con un giro d’affari che raggiunge i 1.467 milioni di euro per una quota di mercato del 54,4% (+13,4% sul 2022, cui corrisponde un +1,1% dei volumi). Il segmento degli alimenti secchi, invece, ha totalizzato nel 2023 un fatturato di 1.227 milioni di euro (di nuovo + 13,4% in valori, -1,1% in volumi). Per quanto riguarda la distribuzione geografica dei consumi, il nord Italia sviluppa quasi la metà delle vendite a valori (con crescite sopra la media nel Nord-est, +14,2%), segue il Centro con il 27,6% degli acquisti e chiude il sud Italia con il 25,3%.
Chiude una sintetica panoramica sul mercato dei farmaci veterinari: nel 2023, dicono i dati Animal Health Europe, l’associazione europea delle aziende farmaceutiche (19 Paesi rappresentati, tra i quali l’Italia), le vendite hanno toccato i 7,9 miliardi di euro, il 48,8% dei quali è spesa per animali da compagnia (seguono gli animali da reddito con il 25,5%, gli avicoli con il 10,4% e infine cavalli e ittici con il 2,8 e il 2,3% rispettivamente). In cima ai consumi i vaccini (32,3%) seguiti dagli antiparassitari (29%) e dagli antibiotici (8,7%).