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Rincari energia e materie prime: Unico aumenta il “fee” a consegna, altri grossisti valutano

Filiera

E’ Unico il primo distributore farmaceutico ad aver dovuto rivedere le condizioni economiche del servizio a causa dei rincari su carburanti, energia e materie prime. Con una lettera inviata alle farmacie clienti il 25 febbraio, l’azienda ha comunicato di avere incrementato da cinque a sei euro il contributo logistico per gli ordini dai seimila euro in giù (rurali escluse). «Causa l’incremento dei costi generali che si sta verificando da inizio anno» spiega Unico nella missiva «sono state messe in atto azioni tese a incrementare l’efficienza interna, al fine di compensare gli aggravi senza appesantire la qualità del nostro servizio. Tuttavia, l’entità degli aumenti in alcuni ambiti sono tali da non essere più assorbibili attraverso il miglioramento della produttività».

Anche se non risultano al momento altri interventi (Comifar ha confermato a Pharmacy Scanner che al momento il contributo di 5 euro per gli ordini sotto i cinquemila euro non verrà toccato), nel comparto della distribuzione intermedia sono diverse le imprese che stanno soppesando l’opzione di introdurre un “fee” sulle consegne di minor valore. E tutte rimarcano il crescente appesantimento dei costi logistici a causa degli aumenti delle ultime settimane: la benzina, fanno notare molti grossisti, è rincarata in pochi mesi del 30%, il gasolio del 48% dal novembre scorso. Poi ci sono gli adeguamenti salariali del personale e gli incrementi dei prezzi dell’energia, che a gennaio 2022 hanno raggiunto valori quintuplicati rispetto allo stesso mese dell’anno passato. «Gli aumenti stanno creando non poche difficoltà» commenta Alessandro Orano, direttore generale di Cef «anche se per ora noi siamo riusciti a ridurre i danni grazie a una rinegoziazione degli accordi con i fornitori. Al momento, quindi, non è previsto alcun aggravio sul servizio per i farmacisti soci». Resta il fatto che il menù dei rincari è lo stesso che in questi stessi giorni sta togliendo il sonno anche all’industria farmaceutica: per i produttori, ha detto la settimana scorsa all’Adnkronos Massimo
Scaccabarozzi, presidente di Farmindustria, «si profilano aumenti dei costi del 150%».

Anche diversi altri distributori hanno già messo in campo o stanno pianificando interventi diretti a recuperare efficienza e ottimizzare i costi, nel tentativo di evitare o procrastinare ritocchi alle condizioni economiche praticate alle farmacie. Tra le cooperative, in particolare, la regola è che le farmacie socie non si toccano e le altre si toccano soltanto quando tutte le restanti misure sono già state adottate. Perché in un comparto frammentato come quello della distribuzione farmaceutica italiana, la prima paura è quella di perdere quote di mercato.

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