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Pandemia, cresciuti fumatori e bevitori ma anche la ricerca di stili di vita più sani

Consumatore

L’emergenza pandemica continua a offrire alle farmacie importanti opportunità professionali e commerciali, e non soltanto con tamponi e vaccini. Dati riproposti di recente, per esempio, ricordano che i lunghi mesi del primo e del secondo lockdown (a zone colorate) hanno aumentato di oltre un milione di individui la popolazione dei fumatori, che oggi sono 11,3 milioni (ossia il 26,2% della popolazione italiana, quasi tre punti in più rispetto al 23,3% del pre-pandemia). Non solo: tra smart working e rinunce all’attività fisica, il 44% dei cittadini ha messo su in media quattro chili in più. E il consumo di alcol in dosi eccessive è cresciuto del 23,6% fra i maschi e del 9,7% tra le donne.

L’allarme arriva dal Forum permanente sul Sistema sanitario nazionale nel post Covid, un cartello di 19 società scientifiche (dell’oncologia, cardiologia, ematologia, reumatologia, neurologia, ginecologia, urologia e chirurgia), che assieme al Coni ha annunciato nei giorni scorsi l’avvio di un vero e proprio «Piano Marshall» per la prevenzione e la promozione di stili di vita sani. «Partiamo con una campagna social molto ampia» ha detto alla stampa Francesco Cognetti, coordinatore del Forum e presidente Fondazione Insieme contro il Cancro «quindi andremo negli stadi e nei palazzetti dello sport per distribuire prima delle partite opuscoli e materiale informativo».

I dati messi sul tavolo dalle società scientifiche per dimostrare quanto sia urgente intervenire meritano l’attenzione anche dei farmacisti titolari: tra i 14-17enni, uno su tre ha già avuto contatto con il fumo di sigaretta e il 42% con la sigaretta elettronica. Quanto all’alcol, le giovani consumatrici che nella stessa fascia di età risultano a rischio sono ormai il 30,5%, ossia più dei loro coetanei maschi (28,4%). E poi c’è il binge drinking, ossia l’abbuffata alcolica di sei o più bicchieri in una volta: praticano questa pericolosa moda 830mila ragazzi tra gli 11 e i 25 anni, ossia il 21,8% dei “binge drinker” italiani.

Se questi numeri invitano le singole farmacie a valutare l’ampiezza della propria offerta in segmenti di mercato come i prodotti per la disassuefazione da fumo o gli anti-peso, altre statistiche ricordano che la pandemia non ha accresciuto soltanto le cattive abitudini, ma ha anche accresciuto la sensibilità degli italiani per la prevenzione, la salute e il perseguimento di stili di vita più “etici”. Basti citare, per esempio, l’edizione 2021 del Rapporto Coop, la ricerca che a cadenza annuale indaga orientamenti e tendenze dei consumatori di casa nostra: un anno e mezzo abbondante di emergenza sanitaria hanno fatto prendere coscienza a tanti che la salute si coltiva prendendosi cura di se stessi (il 47% degli italiani promette di farlo nei prossimi 3-5 anni, dice il Rapporto). E così, quasi un italiano su quattro stima che nel nuovo anno aumenterà la propria spesa per lo star bene e l’81% degli intervistati dice che si sottoporrà a check up e visite preventive. Tra imprenditori, manager e liberi professionisti, poi, l’87% prevede che le famiglie presteranno maggiore attenzione al loro benessere psicofisico e il 77% è sicuro che crescerà la propensione all’attività fisica. Saranno bravi i farmacisti titolari che sapranno tradurre queste nuove tendenze in bisogni e riusciranno poi a rispondere a tali bisogni con un’offerta e un posizionamento ben studiati.

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