Circa 285 euro a testa per Confesercenti e Swg, 171 per Confcommercio. Sono tutt’altro che convergenti le stime delle principali organizzazioni dei negozianti sulle cifre che gli italiani spenderanno quest’anno per i consueti regali di Natale. Non solo, differiscono anche le valutazioni sull’umore dei consumatori di casa nostra: per l’Ufficio studi di Confcommercio a fare regali sarà l’86,3% dei connazionali (era l’86,1% nel 2017), mentre scende dal 71,2 al 70% la quota di coloro che prevedono un Natale dimesso. La stima, così, è di una spesa natalizia di 171 euro a persona e 1.400 a famiglia, in sostanza gli stessi valori dell’anno scorso. I soldi arriveranno principalmente dai 42 miliardi delle tredicesime, tolti però 7 miliardi che andranno in tasse e altri 8 accantonati in risparmi. E’ un valore che riconferma dicembre uno dei mesi più importanti per i retailer: assorbe in media il 10% delle vendite totalizzate in un anno, anche se novembre è in forte crescita grazie a “Black friday” e “Cyber monday”.
Meno ottimistiche le previsioni provenienti dalla ricerca di Confersercenti e Swg: la spesa stimata procapite è nettamente maggiore, 285 euro a persona, ma mostra una contrazione del 7% rispetto all’anno scorso a causa di un “sentiment” dell’italiano medio improntato alla cautela, per le incertezze dell’economia. Per Swg, in ogni caso, la buona notizia è che questo Natale i consumatori torneranno a comprare regali negli esercizi di vicinato: secondo l’indagine commissionata da Confesercenti, infatti, preferirà un negozio il 19% dei nostri connazionali, un valore in crescita di tre punti rispetto all’anno scorso (la prima inversione di tendenza dell’ultimo quinquennio).
Per quanto concerne i doni che gli italiani vorrebbero trovare sotto l’albero, in cima alle preferenze ci sono i buoni acquisto, da spendere come e quando si vuole (li indicano il 20% degli intervistati). I cosmetici sono al quinto posto (8%), preceduti da libri (16%), hi-tech o enogastronomia (entrambi al 15%) e abbigliamento (13%). Per quanto riguarda invece i regali da fare a se stessi o ai propri familiari, guidano la classifica cibo e vino (73%) mentre la bellezza si riconferma alla quinta piazza, dopo i libri (60%), l’abbigliamento (57%) e i giocattoli (47%). Anche dalla ricerca Swg-Confesercenti, in ogni caso, emerge il ritratto di un consumatore cauto che gioca in difesa: oltre un terzo degli intervistati (il 38%) ritiene che l’anno si chiuderà con un’Italia in peggioramento dal punto di vista socioeconomico, tanto che il 17% delle famiglie dice di avere ridotto i consumi durante l’anno.
Diametralmente opposte le valutazioni del Codacons, secondo il quale gli acquisti di Natale non sono affatto in calo rispetto allo scorso anno ma, al contrario, registreranno una crescita complessiva del 2,5%. Per l’associazione, infatti, va tenuto presente che una buona parte dei regali sono stati già acquistati in larga parte nell’ultimo Black Friday, quando 15 milioni di italiani hanno fatto compere approfittando di sconti e promozioni: un italiano su tre, tra coloro che hanno approfittato del “venerdì nero”, ha deciso di anticipare i regali, quindi per il Codacons sotto l’albero ci saranno quest’anno più doni, per un giro d’affari complessivo che supererà i 10,2 miliardi di euro. «L’aumento dei consumi natalizi non deve però trarre in inganno perché non equivale a una maggiore ricchezza delle famiglie» avverte il presidente Carlo Rienzi «il Black Friday ha soltanto convinto milioni di italiani ad anticipare i regali, per approfittare di sconti e promozioni». Una considerazione che i farmacisti titolari farebbero bene a segnarsi in agenda, per fare le dovute riflessioni quando tra un anno si riproporrà il dilemma “Black Friday sì-Black Friday no”.