Skin ADV

Monopoli delle farmacie di nuovo in fermento. F2I compra a Roma e mette gli occhi su cinque ex Farmaca

Filiera

Da qui a fine anno il Monopoli delle farmacie avviato dalla Legge 124/2017 sulla concorrenza potrebbe subire un’accelerazione e vedere nuove pedine sulla plancia, tra chi vende così come tra chi compra. E’ la valutazione proveniente dagli addetti ai lavori che in una mano tengono i numeri maturati dal comparto nei due primi mesi di lockdown e nell’altra le previsioni sull’andamento economico del Paese nella seconda metà dell’anno.

Cominciamo dai primi: come diverse analisi hanno già evidenziato al di là di ogni dubbio, covid e lockdown hanno colpito le farmacie del territorio in maniera molto diversa da esercizio a esercizio, anche all’interno della stessa provincia. «Noi abbiamo condotto una ricognizione su un campione di 150 farmacie di Milano e provincia» spiega a Pharmacy Scanner Pierluigi Mariano, direttore generale dell’associazione titolari del capoluogo «abbiamo esercizi che nei due mesi di marzo aprile hanno visto il giro d’affari crescere anche del 25-35%, altre invece che hanno perso tra il 55 e il 65%, con qualche punta anche a -80%. Al primo gruppo appartengono soprattutto le farmacie delle zone cittadine periferiche o semiperiferiche, perché durante il lockdown la gente è rimasta a casa e non si è spostata dal proprio quartiere. Al secondo, invece, appartengono principalmente le farmacie del centro città, dove negozi e uffici sono rimasti chiusi, e dei centri commerciali dell’hinterland, dove il supermercato è vero che è rimasto aperto, ma la clientela era soltanto quella del comune e non c’era afflusso da centri più distanti. Le farmacie degli altri comuni della fascia metropolitana? In media, abbiamo registrato fatturati in contenuta crescita. Ma attenzione, questo a marzo e aprile, perché a maggio i numeri non sono più gli stessi: la gente ha fatto scorte, anche di farmaci perché i medici hanno prescritto in abbondanza».

Le preoccupazioni, in particolare, si appuntano soprattutto sulle farmacie dei centri cittadini: «Milano, Bologna, Genova, Napoli, il calo di fatturato determinato dal lockdown è stato consistente in quasi tutte le grandi città» prosegue Mariano «e stiamo parlando di farmacie che pagano affitti enormi. Per alcune di queste, dunque, ci sono problemi di sostenibilità reali: la speranza è che tutti abbiano adeguate riserve, perché crediti d’imposta e cassa integrazione del personale non bastano».

Non aiuta l’incertezza che grava sul Paese da qui a fine anno, certificata dalle previsioni che stanno nell’altra mano: gli esperti assicurano che un rimbalzo (cioè una ripresa dei consumi) ci sarà senz’altro, ma le ultime previsioni di Mediobanca dicono che nel 2020 il Pil italiano calerà del 9,1% e nel 2021 recupererà soltanto il 4,8%; secondo una ricerca di Altroconsumo (di cui parliamo in un altro articolo di questo numero di Pharmacy Scanner) più di una famiglia italiana su 5 teme di non poter sostenere la propria spesa sanitaria nei mesi che verranno. La convinzione, in sostanza, è che per lasciarsi alle spalle gli effetti di covid ci vorrà tempo.

E così, sono diversi gli osservatori che nelle ultime settimane hanno notato fermento nel mercato della proprietà delle farmacie, con un crescente numero di farmacisti titolari in cerca di qualche buona proposta per vendere. «Dal nostro osservatorio non siamo in grado di confermare» commentano i commercialisti bolognesi Marcello Tarabusi e Giovanni Trombetta «però è probabile che da qui alla fine dell’anno ci possa essere un aumento dell’offerta e quindi un incremento delle transazioni, ossia della compravendita di farmacie».

Ma c’è di più: se la corsa a vendere dovesse diventare massiccia, fanno notare alcuni, sul fronte della domanda i prezzi potrebbero scendere. E i gruppi più attivi negli acquisti potrebbero farsi più severi nella selezione. «Sono tutte illazioni» replicano Tarabusi e Trombetta «nessuno sa quale sarà l’andamento del mercato tra qualche mese, quindi parlare oggi di prezzi significa soltanto tentare di influenzare l’offerta. Non dimentichiamo, poi, che il valore di una farmacia dipende più dai suoi fondamentali che dal suo ultimo fatturato, quindi ogni caso fa storia a sé».

Resta comunque il fatto che anche in questa prima parte dell’anno catene e società del capitale non sono certo andate in stand-by. Fa testo il caso di Farmacie Italiane, la società controllata da F2i al 61,2% e da Farmacrimi per la quota restante: dopo l’acquisto di due farmacie a Roma a fine gennaio (Pharmacy Scanner ne aveva parlato qui), il gruppo ne ha acquistato una terza sempre nella Capitale (zona Trastevere, ottimi fondamentali assicurano i farmacisti titolari della zona) e soprattutto ha assunto l’esercizio provvisorio delle cinque farmacie fallite di Farmaca (due a Milano, due a Bologna e una a Catania) con la formula dell’affitto di ramo d’azienda.

Come si ricorderà, la società era stata sottoposta a fine novembre a procedura fallimentare dal Tribunale di Milano; quindi erano andate incontro allo stesso destino cinque delle 11 farmacie di Farmaca: Zarri e Santa Ester di Bologna, Fontana e Archimede di Milano, Croce Rossa di Catania. A gennaio è scattato per tutte – in alternativa all’esercizio provvisorio – l’affitto di ramo d’azienda, assegnato dai curatori a Farmacie Italiane (o meglio, alla Farmacia Crocetta di Parma per le due bolognesi e alla Farmacia Novara di Milano per le due meneghine) in assenza di altre offerte. E sono in molti a scommettere che quando sarà il momento, Farmacie Italiane se le comprerà.

 

Altri articoli sullo stesso tema