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Mirone (Federfarma Servizi): ora preoccupa la leva finanziaria, urgente nuova remunerazione

Filiera

Senza una riforma della remunerazione di grossisti e cooperative della distribuzione farmaceutica, diventerà presto inevitabile un abbassamento del livello di servizio alle farmacie per mantenerne la sostenibilità. È l’allarme che arriva da Federfarma Servizi a tre anni esatti dall’inizio della pandemia da coronavirus, durante la quale le aziende associate hanno assicurato quasi 50 milioni di consegne. Sopportando costi che per le aziende del comparto si fanno sempre più gravosi, per i rincari  di energia e carburante e per il costo del denaro.

Antonello Mirone, presidente di Federfarma Servizi: tornate a suonare l’allarme sulla sostenibilità della distribuzione farmaceutica ma tutti gli osservatori concordano nel dire che ormai i costi di energia e carburanti si sono raffreddati. Che cosa vi preoccupa allora?
È vero, le spese per bollette e rifornimenti si stanno raffreddando, ma ora a pesare sui bilanci delle nostre aziende è la leva finanziaria: gli aumenti dei tassi di interesse decisi dalla Bce hanno praticamente quadruplicato il costo del denaro, e la Banca centrale europea ha già annunciato nuovi interventi nei mesi a venire. Le farmacie ancora non hanno accusato il colpo, noi preferiamo preoccuparci in anticipo: anche perché le nostre associate non sono multinazionali dalle risorse quasi inesauribili, quando devono investire si rivolgono alle banche e un mutamento delle condizioni finanziarie iniziali può fare davvero male. I farmacisti titolari dovrebbero chiedersi quanto può essere conveniente trovarsi un giorno a scegliere tra due o tre distributori soltanto e tutti appartenenti a gruppi internazionali.

La vostra richiesta è quella di una riforma della remunerazione anche per i grossisti. Sperate di recuperare quei tre punti di margine percentuale che vi sono stati tolti nel 2010?
No, secondo noi la riforma della nostra remunerazione si deve collocare in un ragionamento che deve interessare tutta la filiera. Le situazioni più critiche della farmacia hanno già trovato risposta con la remunerazione aggiuntiva, l’industria ha messo sul tavolo il problema prezzi per i farmaci sotto i cinque euro. Noi vorremmo recuperare la proposta Aifa del 2012, cioè un sistema misto quota fissa più percentuale.

Quella però è una proposta che riguardava anche le farmacie, che si dovranno tenere la remunerazione aggiuntiva per qualche anno. Come pensate di riaprire la questione, allora?
Pensiamo che sarà l’industria ad aprire un tavolo sulla remunerazione.

A proposito di industria: sappiamo che sulla questione acquisti diretti vs transfer order state per iniziare una serie di colloqui con i produttori…
Sì. Un’analisi accurata dei dati che abbiamo raccolto in queste settimane ha rivelato che sono soltanto poche aziende a spingere gli acquisti diretti a scapito dei To. Con queste imprese abbiamo allora iniziato a tavoli a due per approfondire il problema e portare allo scoperto le cause del fenomeno. Sempre in una logica di filiera, che è il registro sul quale vogliamo continuare a muoverci».

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