Avere un identikit di chi consuma farmaci può essere utile, non soltanto perché consente di conoscere le caratteristiche medie di chi entra in farmacia, ma anche perché permette di capire come si sta evolvendo il suo cliente/paziente e, di conseguenza, come deve cambiare il servizio offerto. Ci aiuta in questo l’indagine “Aspetti della vita italiana”, effettuata dall’Istat e riportata da Barnaba Grigis sul numero di giugno di “Farma Mese” in corso di stampa, nella parte in cui analizza le caratteristiche degli italiani che dichiarano di aver consumato farmaci nei due giorni antecedenti l’intervista, e raffronta poi il dato con quelli delle indagini svolte negli anni precedenti.
Ebbene, risulta che sono i due quinti della popolazione, pari a 25 milioni di donne e uomini, e che il trend è in continua crescita. Il numero di consumatori di farmaci, infatti, è aumentato di 2,1 milioni di unità nel 2017 rispetto al 2011 (quando era 23,2 milioni di italiani), con un incremento del 9% dovuto sia al progressivo invecchiamento, sia soprattutto, a una maggior diffusione dell’uso del farmaco, visto che la popolazione è rimasta abbastanza stabile, specialmente negli ultimi bienni (da 24,8 milioni di italiani del 2014-15, ai 25,3 milioni del 2016-17). Ma vediamo quali sono le caratteristiche di questi consumatori di medicinali, per età, sesso e classi sociodemografiche.
Età – i farmaci si consumano a tutte le età, ma la classe 0-14 anni occupa soltanto il 13,1%, poco più di un milione di italiani appartenenti allo stesso gruppo, mentre gli ultra 75 anni sono 6,2 milioni, cioè l’89,4% delle persone con la stessa età avanzata. I dati offerti dall’indagine Istat permettono di distinguere tre grandi raggruppamenti: da 0-34 anni, da 35 a 64 anni e da oltre 65 anni. Nel primo gruppo i consumatori di farmaci risultano diminuiti (decremento delle nascite), dai 3,8 milioni del 2011 ai 3,54 milioni del 2017 (-7%), mentre negli altri due gruppi sono in aumento, il secondo di un milione di unità (+10,3%) e il terzo di 1,4 milioni (+14,4%). Quindi, non soltanto i senior, ma anche la classe media ricorre maggiormente ai medicinali.
Sesso – Vincono le donne, che sono 14,3 milioni contro gli 11 degli uomini (3,3 milioni in più). Certo, la popolazione italiana è in prevalenza femminile, ma non al punto di giustificare questi risultati: se li riportiamo all’universo, risulta che il 46,1% del totale donne ha assunto un farmaco nei due giorni precedenti l’intervista, contro il 37,7% del totale uomini. Non soltanto, quindi, le donne sono le maggiori frequentatrici della farmacia perché acquistano il fabbisogno familiare, ma anche perché risultano maggiori consumatrici.
Professione – La ricerca qui analizza le persone dai 15 anni in su (24,3 milioni di italiani), che risultano essere per 8,5 milioni ritirati dal lavoro (per età o per altri motivi), per 7,6 milioni occupati e per 4,4 milioni casalinghe. In questi tre principali gruppi per numerosità, i primi hanno dichiarato di aver consumato farmaci per l’81,3%, i secondi per il 34,1% e le casalinghe per il 59,3%. Tra gli altri consumatori vi sono 2 milioni di disoccupati maggiorenni, in cerca di prima o di nuova occupazione.
Scolarità – La ricerca Istat considera qui 23,2 milioni di consumatori di farmaci che hanno compiuto almeno 25 anni e frequentato o meno un tipo di scuola, trascurando i giovani (6-24 anni) perché molti sono ancora in età scolare. Tra questi, poco meno di un terzo (32,3%, pari a 7,5 milioni di persone) ha la licenza di scuola elementare o nessun titolo di studio; un altro terzo (28,8%, pari a 6,7 milioni) ha un diploma, il 26,7% (6,2 milioni) ha una licenza di scuola media e soltanto il 12,2% (2,8 milioni) ha conseguito una laurea o un titolo post laurea. Ci si aspetta nei prossimi anni una crescita della scolarizzazione, ma al momento bisogna tener conto che la maggioranza dei consumatori di farmaci ha una preparazione scolastica modesta e abbisogna, quindi, di comunicazioni semplici e comprensibili.
Area geografica – L’Italia è lunga e stretta, con condizioni socio-economiche assai diversificate, per cui si registrano differenze tra regioni e aggregati demografici. Così l’uso del farmaco passa dal 43,9% del Nord, al 41,7% del Centro, al 39,6% del Sud Isole. Sopra la media nazionale si collocano la Liguria (48,5%), l’Umbria (48,5%) e l’Emilia Romagna (46,7%), mentre sotto la media sono la provincia di Bolzano (29%) e la Campania (37,1%). Inoltre risultano più consumatori di medicinali (45,5%) gli abitanti dei piccoli Comuni (sotto i 2.000 abitanti), che quelli delle aree metropolitane, dove la percentuale si aggira intorno alla media italiana (42% della popolazione).
In conclusione, l’Istat raffigura due grandi gruppi, all’incirca di pari peso: gli anziani attivi (oltre 65 anni) e la classe media tra i 35 e i 64 anni, diversi per stili di vita e per bisogni emergenti, ma entrambi interessati al mercato commerciale e ai servizi della farmacia. In entrambi i gruppi c’è una maggioranza femminile. Rispetto poi agli anni precedenti, sembra rafforzarsi la componente scolarizzata, grazie alle nuove generazioni che frequentano di più la scuola e alla diffusione dei mezzi di comunicazione. Tenerne conto è importante, se si vuole stare al passo con i tempi.