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In Uk dopo Boots e Lloyds è crisi anche per Rowlands (Phoenix), catena inglese da 520 filiali

Filiera

Nn solo Boots e Lloyds: la crisi di fatturati e ingressi che sta facendo tagliare filiali e posti di lavoro alle due principali catene inglesi di farmacia investe ora anche Rowlands, l’insegna del gruppo tedesco Phoenix che nel Regno Unito conta oltre 520 esercizi di proprietà. Secondo quanto riferisce la rivista inglese Chemist&Druggist, il gruppo ha chiuso l’ultimo anno finanziario (a gennaio 2023) con una perdita di 219 milioni di sterline, ossia 250 milioni circa di euro. La cifra è pari a circa cinque volte il passivo registrato nel 2022 (35 milioni) e secondo un portavoce della catena la quota principale della perdita sarebbe da addebitare a «svalutazioni» legate alla «ridotta redditività», a sua volta conseguente al calo dei finanziamenti erogati dal Servizio sanitario inglese.

Secondo i documenti di bilancio, la strategia adottata da Rowlands per rispondere alla crisi prevede la chiusura, fusione o cessione di una parte delle farmacie della catena e alcune dismissioni sarebbero già state portate a termine. I dati finanziari, in particolare, riportano un fatturato di 406 milioni di sterline (463 milioni di euro), in aumento di appena due milioni rispetto ai 404 del dell’anno precedente per merito degli introiti provenienti dai servizi convenzionati e dall’Otc. Il giro d’affari generato dalle ricette, dal canto suo, si è ridotto da 366 a 358 milioni di sterline e il  profitto lordo si è fermato a 101 milioni di sterline (115 milioni di euro), in calo rispetto ai 122 del periodo antecedente.

La strategia di tagli e dismissioni discende dalle previsioni del gruppo, che stimano per gli anni a venire un calo protratto del mercato inglese del farmaco rimborsato, al contrario di quello scozzese (nel Regno Unito ciascuna delle nazioni che lo compongono dispone di un Servizio sanitario autonomo) dove il governo locale continua a investire della farmacia del territorio. Rowlands, tuttavia, conta di riuscire a mantenere la propria quota di fatturato sull’etico grazie a «uno spostamento positivo delle vendite verso l’online».

Tra le voci dell’ultimo consuntivo che esprimono criticità anche i costi del personale, cresciuti in un anno da 67 milioni di sterline a 69 (oltre 78 milioni di euro) nonostante nei dodici mesi i dipendenti in servizio nelle filiali siano calati del 4,3% a causa dello sfoltimento delle filiali, dei risparmi in termini di efficienza e dell’adozione di sistemi di distribuzione automatizzata. Secondo Rowlands, in partiolare, l’aumento degli onorari dei locum (ossia i farmacisti a chiamata) è uno dei fattori che hanno contribuito alla perdita dell’ultimo esercizio.

Quanto alle misure che il gruppo sta mettendo in campo per ripristinare la redditività della catena, oltre alla già citata strategia “chiudi, fondi e cedi” figurano il lancio di una marca privata di Otc e iniziative “drive to store” per tornare a far salire gli ingressi, tra le quali la ristrutturazione delle filiali e un significativo investimento nella distribuzione centralizzata (ossia l’hub&spoke, in cui una farmacia centrale provvede alla preparazione delle ricette per le farmacie periferiche della stessa catena).

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