E in farmacia la marca privata vale solo il 3,6%, ma cresce dell’8%. Tirano integratori e personal care
In farmacia, le marche del distributore mettono assieme una quota di mercato che è ancora ben distante da quella del Largo consumo ma mostrano nell’ultimo anno un tasso di crescita nettamente migliore. È la fotografia che arriva dall’analisi condotta da Iqvia per Pharmacy Scanner con l’obiettivo di mettere a confronto l’evoluzione della marca privata nei due canali. Cominciamo dai fondamentali: nei dodici mesi che terminano a ottobre, arriva dalla mdd il 3,6% del giro d’affari della farmacia, cui corrisponde in volumi il 4,1%. Non c’è confronto con i numeri che la marca privata raggiunge nel Largo consumo, dove a valori rappresenta poco meno del 21% delle vendite (come dice IRi). Ma se si mettono di fronte i tassi di crescita, la distanza si riduce nettamente: nella gdo la mdd cresce a valori del 12% e per quota di mercato dell’1,2%, le private label della farmacia invece vedono il giro d’affari lievitare dell’8,2% (sempre in dodici mesi).
Gli integratori, che da soli generano la metà del giro d’affari assicurato dalle marche private della farmacia, rappresentano come già l’anno precedente il paniere trainante: nei 12 mesi che terminano a ottobre, infatti, la crescita della categoria arriva al 20% (era il 12% nel 2021 sul 2020, vedi primo grafico); seguono i farmaci sop-otc, che lievitano del 15% ma rappresentano soltanto l’1% del mercato (vedi secondo grafico), e il cura persona, che rappresenta il 35% del mercato della marca privata e mette a segno un incremento +10%.
Distanze cospicue anche a misurare il contributo delle diverse categorie della mdd sul totale mercato: nei dodici mesi che terminano a ottobre, gli integratori con marca privata valgono il 4,8% del giro d’affari della farmacia, le private label del cura persona pesano per il 7,4% e i nutrizionali del distributore il 3,7%.