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E-commerce, ripartita la concertazione al Ministero su marketplace e delivery

Filiera

È un cantiere sempre aperto, anche se i lavori procedono a strappi, il tavolo ministeriale su e-commerce e home delivery che il sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato aveva istituito nel settembre 2023, si era insediato nel dicembre successivo e aveva tenuto la sua prima riunione nel marzo scorso. Da qualche giorno, infatti, sono cominciati gli incontri separati con cui il Ministero intende raccogliere i desiderata delle diverse sigle della filiera riguardo a un aggiornamento della legislazione sull’e-commerce farmaceutico, ossia l’articolo 112-quater del decreto legislativo 219/2006 (così come modificato dal d.lgs 17/2014, che ha recepito la direttiva 2011/62/Ue). Obiettivi e metodologia di lavoro erano state spiegate nell’incontro del 21 marzo: evoluzione del mercato e sentenze recenti della Corte di giustizia Ue come quella sui marketplace del 29 gennaio 2024 – aveva detto in sintesi il Ministero – impongono un “update” alla normativa nazionale, per non correre il rischio di dover sostenere contenziosi davanti all’Europa; di conseguenza, i tecnici del dicastero raccoglieranno pareri e indicazioni delle sigle della filiera per predisporre un pacchetto di interventi da tradurre in un provvedimento legislativo, che tornerà alla filiera per una valutazione finale e quindi imboccherà il solito iter (Mef, Aifa, Stato-Regioni eccetera).

Gli incontri con il mondo del farmaco, come detto, sono iniziati da poco e ancora non sono state sentite tutte le sigle, ma dalle poche informazioni che filtrano pare che l’attenzione principale sia rivolta proprio alla questione dei marketplace, ossia l’oggetto della citata sentenza della Cgue. Come noto, l’Italia ha voluto assumere sull’argomento una posizione “tranchant”, vietando categoricamente ai cosiddetti portali generalisti la possibilità di proporre al pubblico farmaci otc (quelli che nel nostro Paese possono essere commercializzati a distanza). La Corte di giustizia europea, invece, ha affermato che se è legittimo tenere fuori dall’e-commerce i marketplace quando l’attività è la vendita, non lo è invece se il portale si limita a far incontrare domanda e offerta (ossia cliente e farmacista) e dunque la commercializzazione è materialmente effettuata dalla farmacia.

Gli aggiornamenti che il Ministero sta studiando, dunque, dovranno adeguare il 112-quater al nuovo quadro europeo, un compito come si può immaginare tutt’altro che agevole. Ma nell’elenco degli aggiornamenti in cantiere c’è anche l’home delivery: al momento una normativa di riferimento manca del tutto e se nella filiera è pressoché unanime la consapevolezza che un inquadramento legislativo non sia più procrastinabile, c’è anche una grande distanza sulle scelte di dettaglio. Federfarma non fa mistero di spingere per norme che di fatto delegherebbero alle farmacie la regia del recapito, i provider del delivery invece chiedono provvedimenti che stabilizzino le procedure oggi in uso (con il cliente che delega il vettore all’acquisto in sua vece tramite mandato).

Collegata all’home delivery la questione delle app che molti provider utilizzano per semplificare gli ordini dei clienti. Secondo le sigle della farmacia, questi applicativi sono ormai diventati di fatto dei veri e propri siti di e-commerce, quindi andrebbero messi dei paletti come l’obbligo che la piattaforma rimandi direttamente al sito della farmacia. Per i provider, invece, si tratta di strumenti che semplificano la “user experience” del cliente e quindi non nascondono attività di vendita mascherate.

Si vedrà. Di certo questa negoziazione “separata” prenderà il suo tempo; se poi si considerano i passaggi successivi e l’iter nomativo vero e proprio (un decreto legislativo può essere corretto solo da un altro d.lgs) diventa evidente che l’attesa sarà lunga. E intanto, l’e-commerce del farmaco potrebbe ricevere qualche nuovo “scossone”. Magari da Amazon: chi passa spesso davanti alla parafarmacia (ex Pulker) che il colosso dell’online si appresta ad aprire a Milano, nella centralissima piazza Cadorna, avrà sicuramente visto il cartello di cantiere che riporta il 16 dicembre prossimo come data di fine lavori. Ad ascoltare le voci che sono circolate nelle settimane scorse, in effetti l’apertura potrebbe essere questione di giorni. Anche in questo caso, non resta che vedere.

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