Il cosmetico “green” vale un miliardo, la farmacia fa il 12% ma può crescere

Mercato

Il mercato dei cosmetici “green” vale ormai 950 milioni di euro – il 9% circa del giro d’affari complessivo della cosmetica – ed è in costante crescita, al punto che sarà suo il 50% dei nuovi lanci generati quest’anno dal comparto. Sono alcuni dei dati che, domenica, verranno presentati dal Centro studi di Cosmetica Italia a Sana 2017, il salone internazionale del biologico e del naturale in scena dall’8 all’11 settembre a Bolognafiere.

Le cifre fotografano un fenomeno che trae origine dagli orientamenti di una fetta sempre più ampia di pubblico: come rivela un’indagine condotta da Human Highway su un campione di 1.600 persone, oltre 7 consumatori su 10 ritengono che nel prossimo decennio la «produzione sostenibile e attenta all’ambiente e ai vincoli etici» guiderà lo sviluppo della cosmetica.

Ma quali sono le caratteristiche del cosmetico “green”? Nelle risposte fornite da quel 70% di italiani orientato al sostenibile prevalgono soprattutto tre aggettivi: biologico, economico e naturale. Più in dettaglio, il 34,3% degli intervistati chiede prodotti “cruelty free”, cioè non testati sugli animali; il 25,3% fa riferimento al concetto di “free”, ossia senza glutine, olio di palma, parabeni; il 22,1% vuole prodotti “bio-friendly” e il 20,6% “eco-friendly”. E ancora: il 16,3% mostra sensibilità per il sociale (lavoratori e territorio), l’11,2% sceglie il vegano (prodotti unicamente vegetali), il 9,2% chiede prodotti a km zero e l’8,1% a ridotto consumo di acqua. E per finire, quasi un consumatore su due vorrebbe che i cosmetici “green” avessero un packaging (confezionamento) interamente biodegradabile.

La fotografia scattata da Cosmetica Italia offre spunti di riflessione che il mondo della farmacia non può trascurare. Innanzitutto perché il fenomeno interessa anche la clientela che frequenta il canale. Come rivela un’altra indagine, condotta dal Centro studi di Cosmetica Italia su un panel di 58 imprese associate, il 12,4% di quel miliardo circa di fatturato che generano i cosmetici “green” passa dalla farmacia.

 

Fanno meglio i due canali dei monomarca (The Body Shop, Kiko…) e delle erboristerie (agevolate dal posizionamento), ma per Gian Andrea Positano, direttore del Centro studi di Cosmetica Italia, il terzo posto rappresenta già un buon risultato. «Anche perché» spiega «in questo specifico segmento la farmacia ha importanti potenzialità di crescita. Agli occhi del consumatore, infatti, la farmacia sta progressivamente sostituendo la profumeria e l’erboristeria».

Sembra confermare la distribuzione dei consumi di cosmetici “green” nei vari segmenti di prodotto, così come lo fotografano le aziende del comparto: le prime tre categorie per fatturato fanno riferimento a esigenze di cura e benessere che sposano perfettamente posizionamento e vocazione della farmacia orientata alla salute nella sua accezione più moderna.

 

Per Positano, tuttavia, la farmacia riuscirà ad agganciarsi alla crescita del segmento “green” soltanto se saprà investire con oculatezza. «E’ un discorso» spiega «che vale tanto per la comunicazione in store quanto per il personale. Il cosmetico rimane un comparto trainante per il mercato della farmacia, anche se il 2017 si chiuderà in pareggio: le vicende del ddl concorrenza hanno convinto molti titolari a mettere in fremo a mano, in attesa di capire quali saranno gli scenari prossimi venturi. Ma il comparto rimane dinamico e la crescita va coltivata, seguendo aspettative e bisogni del pubblico». Un pubblico che, nel “green”, è diversificato per profili ed esigenze. «Accomuna innanzitutto l’età» riprende Positano «parliamo cioè di consumatori prevalentemente giovani, under 50. Ed è un elemento da tenere presente, perché i nostri dati dicono che gli ultra50enni rappresentano la fascia dalla maggiore capacità di spesa».

Servono dunque politiche di pricing sofisticate e “smart”, ma anche un robusto investimento sulla multicanalità (che ormai, avverte Positano, caratterizza tutte le fasce di età). Fa riflettere, in tal senso, che il 68% delle aziende cosmetiche votate al “green” voglia puntare su packaging e confezioni “intelligenti”, in grado cioè di dialogare con lo smartphone del cliente e trasmettere (per esempio) informazioni aggiuntive sul prodotto, sulla filiera e sulla provenienza delle materie prime.

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