Caso Phoenix-Numark, le indipendenti si fanno omnichannel per battere l’online

Filiera

Mentre in Italia i farmacisti titolari ancora si accapigliano sull’opportunità di aprire a innovazioni come locker, home delivery e app, nel Regno Unito le farmacie indipendenti non esitano ad abbracciare la digitalizzazione per ribattere alla concorrenza delle farmacie online. E’ il caso di Numark, catena di oltre tremila esercizi affiliati che fa capo a Phoenix, la multinazionale della distribuzione europea presente in Italia con Comifar: nei giorni scorsi la società britannica del gruppo ha acquisto Co-op Health, popolare app per la gestione della ricetta digitale. La piattaforma totalizza oggi una media di circa 9.600 ordini al mese e consente di richiedere al medico una ricetta dematerializzata (per sé o per un proprio familiare) e inviarla alla farmacia di fiducia, con eventuale prenotazione per il ritiro nel punto vendita oppure con richiesta di recapito a casa.

 

 

Phoenix, come riferisce la stampa specializzata inglese, ha acquisito Co-op Health con l’obiettivo di mettere la piattaforma a disposizione degli affiliati Numark e ribattere alla concorrenza delle farmacie online come Pharmacy2U, che gestisce le ricette dem di oltre 605mila assistiti (nel Regno Unito chi opta per la prescrizione digitale deve indicare al Nhs la farmacia alla quale intende appoggiarsi per il servizio). «Intendiamo offrire ai consumatori un’alternativa rivoluzionaria all’online puro» spiega Jeremy Meader, managing director di Numark «la farmacia in calce e mattoni che unisce digitale e fisico, cioè accoppia la comodità del web alla consulenza professionale del farmacista al banco. Il servizio farmaceutico non consiste semplicemente nel ritirare la prescrizione o nel consegnare a casa, le persone hanno bisogno di supporto e consigli, soprattutto in caso di pluripatologie. Questo è il ruolo fondamentale che la farmacia del territorio recita come terzo pilastro del nostro sistema sanitario».

Nei piani di Phoenix-Numark, in sostanza, digitale e fisico devono diventare le due facce della stessa medaglia, in una reciproca complementarità. «Con Co-op Health» ha concluso Meader «le farmacie Numark forniranno ai loro clienti un prodotto digitale che unisce la comodità dell’online con l’assistenza personale e professionale di una farmacia del territorio». «La cessione dell’app a Phoenix» ha aggiunto Tim Davies, amministratore delegato di Ventures for Co-op «consentirà il continuo investimento, lo sviluppo e l’evoluzione dei prodotti e dei servizi».

L’abbinamento tra digitale e fisico – in una parola, l’omnicanalità – è la nuova dimensione con cui non soltanto le farmacie, ma tutti i comparti del retail devono oggi fare i conti. Questo però non significa che nel giro di pochi anni il digitale avrà soppiantato il fisico: come scrivono in un articolo Pablo Pérez, head of Market Insights di Google Spagna, e Georgie Altman, strategic Insights Manager di Google UK, nel 2024 la maggior parte degli acquisti verrà ancora realizzata offline (78% vs. 22% online).

 

Acquisti, evolusione online vs. negozio fisico

 

Piuttosto, la contrapposizione sarà tra punti vendita esclusivamente fisici e altri che invece mettono in campo anche un’offerta digitale: nel 2024, è la stima, questi ultimi assorbiranno il 53%-56% delle vendite al dettaglio, con crescite che in alcuni Paesi, come la Francia, arriveranno addirittura al 100% e in altri meno maturi, come l’Italia, dovrebbero aggirarsi attorno al 30%.

 

Quota di spesa nei retailer con un’offerta omnichannel

 

«Poiché i consumatori fanno acquisti sia online che in negozio» è la valutazione dei due autori «i formati multicanale, che comprendono i rivenditori fortemente orientati al fisico (cioè con una quota di vendite online non superiore al 5-35%) e misti (35-65%), e il formato marketplace (piattaforme tipo Amazon) saranno alla base dell’86% della crescita del retail nei prossimi cinque anni». La pandemia, infatti, ha reso i consumatori più «fluidi, che acquistino online oppure offline, con il 73% che si descrive come “agnostico” rispetto al canale». I clienti, in altre parole, «si aspetteranno un’esperienza più integrata e omogenea tra fisico e digitale, mentre continuano a spendere su entrambi i canali».

Di qui i tre consigli che Perez e Altman rivolgono al mondo del retail:

1. Poiché i consumatori hanno un’enorme possibilità di scelta, i retailer dovrebbero aiutarli a prendere decisioni consapevoli, fornendo informazioni utili per una presa di decisione autonoma. Questo aspetto diventerà sempre più un elemento di differenziazione fondamentale.
2. Il futuro della vendita al dettaglio non riguarda scelte univoche su presenza fisica o presenza online. I retailer dovranno dare meno importanza al luogo in cui avviene la transazione e concentrarsi sull’integrazione delle esperienze online e offline.
3. I rivenditori devono soddisfare le crescenti aspettative dei consumatori e offrire esperienze omogenee. Ciò significa che non si può fare marcia indietro rispetto all’investimento nella trasformazione digitale.

I farmacisti titolari giudicheranno se – e con quali adattamenti – tali regole possono valere anche per il mondo della farmacia.

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