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Casaleggio: Amazon ragiona su scala globale, anche in Italia l’obiettivo è il farmaco con ricetta

Interviste

Quando Amazon mette piede in un nuovo mercato lo fa sempre in una dimensione globale, per sfruttare al massimo grado ogni possibile economia di scala. Dunque, è verosimile che l’acquisto della parafarmacia ex-Pulker di Milano sia il primo passo – a fini esplorativi- di un percorso che ha per tappa finale il farmaco con ricetta. Così almeno la pensa Davide Casaleggio, ceo di Casaleggio Associati, società di consulenze strategiche tra le più attente a scrutare le tendenze dell’e-commerce nazionale e internazionale. Pharmacy Scanner lo ha intervistato a pochi giorni dalla presentazione del XVIII Rapporto di Casaleggio Associati sull’e-commerce in Italia per raccogliere le sue valutazioni sulla mossa a sorpresa compiuta poche settimane fa dal marketplace americano.

La notizia della parafarmacia Amazon è stata per molti un fulmine a ciel sereno: si pensava che il gruppo avrebbe aperto una testa di ponte nel retail del farmaco in Paesi molto più maturi, come Germania o Uk. Qual è la sua valutazione al riguardo?
Nel nostro Rapporto diamo conto del traffico – e quindi anche del fatturato – che Amazon registra nei diversi Paesi europei. L’Italia figura al secondo dopo la Germania per numero di utenti attivi, dunque la decisione di cominciare dal nostro Paese è più che sensata.

Va bene, ma perché cominciare da una parafarmacia ubicata proprio nel centro di Milano, quando tutti i pure player si appoggiano a una parafarmacia ubicata all’interno o contigua ai loro magazzini, per non appesantire la catena logistica…
Quello del farmaco è un mercato fortemente regolamentato. Visto che la sede di Amazon è a Milano, non escluderei che si sia scelta questa piazza perché così è più agevole monitorare quella che a tutti gli effetti è una sperimentazione. Quanto poi al fatto che si sia voluto partire da una parafarmacia piuttosto che da una farmacia, potrebbe essere perché con questa tipologia di esercizi l’integrazione tra fisico e digitale è più facile da gestire e consente sviluppi importanti.

Qualcuno ha detto che Amazon apre in una piazza così importante per lanciare un messaggio al pubblico italiano: adesso anche noi abbiamo i farmacisti…
Di solito Amazon annuncia le sue mosse quando le ha già fatte e soprattutto le ha già testate. Ribadisco, ho l’impressione che quello di Milano sia un test, per misurare spazi e potenzialità di un mercato fortemente regolamentato come è quello del farmaco, in particolare nel nostro Paese.

Un mercato difficile…
Sì ma attenzione: io mi ricordo un po’ di anni fa quando gli editori italiani dicevano che ad Amazon il nostro Paese non interessava perché il sistema distributivo italiano è complicato e ostico dal punto di vista normativo. Sappiamo com’è andata, quindi non farei affidamento sulle complicazioni legislative per tenere Amazon lontana dal mercato del farmaco.

Dov’è che il gruppo americano potrebbe fare la differenza?
Nell’online del farmaco osserviamo tra i diversi competitor un sostanziale equilibrio per traffico e fatturati, quando in altri comparti c’è usualmente il primo che prende il 40-50% e i concorrenti dietro a debita distanza. Altrove, inoltre, si è imposta una dimensione internazionale, nell’online del pharma il 98% dei retailer sono nazionali. E anche se il nostro mercato è ormai maturo, la forte regolamentazione ha frenato gli investimenti tecnologici e l’innovazione digitale, per esempio nell’Intelligenza artificiale o nel customer service. Io mi aspetto che qui l’arrivo di Amazon avrà un impatto molto forte. Si pensi soltanto al recente accordo concluso negli Usa da Amazon Pharmacy ed Eli Lilly per il recapito a domicilio dei farmaci con ricetta.

Quindi, anche se oggi Amazon ripete che con la sua parafarmacia intende lavorare soltanto nel fisico, l’obiettivo remoto rimane comunque l’e-commerce del farmaco etico…
Questa è la mia previsione. E Amazon potrebbe davvero cambiare parecchio: le nostre ricerche, per esempio, dicono che nella distribuzione l’impatto di tecnologie come l’Intelligenza artificiale sarà considerevole. Nel rispetto di tutte le norme che il legislatore riterrà opportuno emanare, ovviamente.

Visto che parliamo di tecnologie, le chiedo se la notizia della parafarmacia di Milano vada collegata all’annuncio, di alcuni mesi orsono, che Amazon sperimenterà la consegna tramite droni in Germania e Italia…
I droni sono un successo quando aiutano ad abbattere i costi dell’ultimo miglio, che sono considerevoli. Ma il loro uso potrebbe avere un senso nei collegamenti con le zone più rurali o disperse, come in Sardegna o Calabria. Sono scettico sull’uso dei droni in ambienti urbani, dove si fa fatica a trovare un posto dove farli atterrare o sganciare il carico.

 

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