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Con Sinerfarma, Unifarm e Farmacentro mettono asset e risorse a fattor comune

Filiera

Il “nomen” è di difficile pronuncia ma “l’omen” risalta evidente: si chiama Sinerfarma, con un palese richiamo al concetto di sinergia, la società varata il 21 maggio scorso dalla trentina Unifarm e dall’emilia-umbro-marchigiana Farmacentro con l’obiettivo di avviare un processo crescente di integrazione tra le attività delle due aziende. Il primo step, già in corso, consiste nel mettere a fattor comune negoziazione e contrattazione con l’industria, con l’obiettivo di accrescere il peso specifico delle due società (che partecipano paritariamente alla newco, acquartierata ad Anzola in provincia di Bologna) e innescare sinergie di rete su logistica, stock e servizi. «A tale scopo» spiega Francesca Rauzi, presidente di Sinerfarma e vicepresidente di Unifarm «Sinerfarma può beneficiare di una delega particolarmente forte da Unifarm e Farmacentro, che le consente di gestire tutti gli acquisti di Sop-Otc ed extrafarmaco, eccezion fatta per ciò che già passa dalla piattaforma di Federfarma.co».

Dall’anno prossimo, invece, scatteranno ottimizzazione e integrazione delle reti logistiche e razionalizzazione dei processi di filiera. Sinergie progressive sono previste anche per le due reti di Unifarm e Farmacentro, Unilife e MiaFarmacia, che assieme contano 650 punti vendita. «Anche in questo caso» spiega Claudio Occofer, consigliere di Sinerfarma «il programma pevede una prima fase nella quale verranno messe progressivamente a fattor comune campagne e attività così come progettualità e servizi alla clientela. Soltanto in un secondo tempo si comincerà a valutare se mantenere i due brand distinti o integrare i due network». «Progetti e scelte, comunque» avverte ancora Rauzi «dovranno rispettare la mission delle due imprese, che sono espressione del cooperativismo dei farmacisti e mirano a tutelare e rafforzare la farmacia indipendente».

Sinfarma, in sostanza, è il prodotto di una nuova modalità di aggregazione in cui due società dei farmacisti condividono e integrano progressivamente i rispettivi asset senza rinunciare alle proprie identità e ai propri legami con il territorio. «L’auspicio» conferma la presidente Rauzi «è che questo modello convinca nel tempo altre realtà ad aggregarsi, per una cooperazione sempre più evoluta nella logistica e nei servizi. L’unica conditio sine qua non, è che i nuovi arrivati condividano spirito e mission dell’operazione, che come ho già detto è quella di sostenere la farmacia indipendente».

Unifarm, quartier generale a Trento, rifornisce circa 750 farmacie socie tra Trentino Alto Adige, Veneto, Liguria e Sardegna, e ha chiuso il 2018 con un fatturato di circa 580 milioni di euro. Farmacentro, un piede a Perugia e un altro a Jesi, in provincia di Ancona, conta anch’essa 750 farmacie socie tra Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Lazio e Abruzzo e, spiega Ruggero Golinelli, vicepresidente di Sinerfarma e di Farmacentro, «nel 2018 ha registrato un giro d’affari di 400 milioni di euro».

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