L’Antitrust ha avviato un’istruttoria per presunta violazione del Codice del consumo a carico della società Talea Group, cui fanno capo le farmacie online Farmaè e Amica Farmacia. A darne notizia la stessa Autorità garante, con una nota pubblicata sul proprio Bollettino settimanale. L’indagine, in sintesi, è stata decisa in seguito a una segnalazione proveniente da Federconsumatori, secondo la quale la società «avrebbe posto in essere pratiche commerciali scorrette»: prodotti dati sul sito per disponibili «mentre in realtà questi non sono presenti nei magazzini», ritardata o mancata consegna dei prodotti acquistati e regolarmente pagati dai consumatori, annullamento unilaterale degli ordini, ritardato rimborso, mancata assistenza post-vendita.
L’istruttoria, prosegue la comunicazione dell’Antitrust, mira ad accertare «l’eventuale violazione» degli articoli 20 (pratiche commerciali scorrette), 21 (azioni ingannevoli), 22 (omissioni ingannevoli), 23 (pratiche commerciali considerate in ogni caso ingannevoli), 24 (pratiche commerciali aggressive), 25 (ricorso a molestie coercizione o indebito condizionamento) e 61 (consegna) del Codice del consumo. «I soggetti interessati» conclude l’Autorità garante «hanno facoltà di intervenire nel procedimento in corso, inoltrando apposito atto, debitamente sottoscritto, contenente gli elementi indicati nell’articolo 11 del Regolamento».
Come si ricorderà, nel novembre scorso Talea Group aveva ceduto alla catena Dr.Max la Farmacia Madonna della Neve di Bagnolo Piemonte, in provincia di Cuneo, ossia la sede “storica” dove nel 2006 era nata Amicafarmacia. Il gruppo aveva chiuso il bilancio consolidato del primo semestre 2024, l’ultimo disponobile, con ricavi consolidati adjusted per 83,4 milioni di euro e un risultato netto negativo di 1,9 milioni di euro.
A dicembre l’Antitrust aveva aperto un’istruttoria per segnalazioni dello stesso tenore anche a carico di Farmasave: molti consumatori, riferiva l’Autorità garante, «hanno segnalato la mancata/ritardata o errata/incompleta consegna dei prodotti ordinati, a volte anche danneggiati durante il trasporto, e già pagati via web. I consumatori, inoltre, potrebbero essere stati ostacolati nell’esercizio dei propri diritti nella fase post-vendita, per il carente servizio di assistenza ai clienti». La società aveva commentato dicendo che stava già «collaborando pienamente con l’Autorità garante affinché venga fatta chiarezza su ogni singolo aspetto delle presunte contestazioni».