Diecimila farmacie servite ogni giorno (tra le quali oltre 7.500 socie), 850 milioni di confezioni movimentate, 15 milioni di consegne per 150 milioni di chilometri percorsi. Sono i numeri macinati dalle società della distribuzione intermedia controllate dai farmacisti secondo il III Rapporto di Federfarma Servizi, che l’associazione di categoria ha presentato giovedì scorso (23 novembre) a Roma in occasione della sua Convention 2024. Sommate tutte le voci, dice lo studio, i costi che i grossisti del farmaco devono sostenere si aggirano sui 90 centesimi a confezione, cui corrispondono ricavi per non più di 60 centesimi a pezzo. «È questa la fotografia che ritrae la crisi in cui versa il comparto» ha sottolineato nel suo intervento di apertura il presidente Antonello Mirone «in assenza di misure correttive è a rischio non soltanto la distribuzione ma tutto il sistema della salute».
III Rapporto di Federfarma Servizi, la fotografia del settore
Di qui l’apprezzamento di Federfarma Servizi (cui sono associate 19 aziende dei farmacisti) per l’articolo 57 del ddl Bilancio attualmente all’esame della Camera: il testo, infatti, toglie alla quota di spettanza dell’industria uno 0,65% che passa ai distributori, cui aggiunge dal 2026 una quota fissa 0,05 euro per ogni confezione di fascia A consegnata alle farmacie. «Dopo anni di appelli qualcosa si muove» ha detto Mirone «e questi interventi potrebbero rappresentare una boccata di ossigeno per un settore che continua a svolgere un ruolo determinante nella filiera della salute, con un impatto diretto e positivo sulla vita della collettività». «Si devono infatti alla distribuzione intermedia» ha ricordato in una nota stampa Monica Lupo, dg di Federfarma Servizi «la continuità e puntualità con cui farmaci e dispositivi medici sono disponibili nelle farmacie, anche di quelle ubicate nelle aree meno servite. Siamo il ponte tra l’industria e i cittadini, un anello indispensabile della filiera che fornisce un servizio meritorio perché garantisce il pieno esercizio del diritto alla salute».
La distribuzione dei farmacisti, 57 magazzini in tutta Italia
Come Pharmacy Scanner aveva già riferito, all’industria l’articolo 57 proprio non piace e alla convention di Federfarma Servizi il vicepresidente di Egualia, Salvatore Butti, ha riconfermato tutte le perplessità dei produttori: «Siamo d’accordo sul fatto che la distribuzione vada sostenuta» ha detto nel suo intervento «ma la misura sullo 0,65% non è la soluzione, perché costerebbe all’industria cento milioni di euro». Le aziende del generico, così, si vedrebbero costrette a interrompere la produzione di molti equivalenti, che non avrebbero più un rapporto costo/ricavo sostenibile, e di conseguenza crescerebbero le carenze. «La nostra idea piuttosto» ha continuato Butti «è che la sostenibilità della distribuzione si assicura davvero rendendo incontendibile (cioè non scontabile, ndr) la quota del 3% che la legge riserva al comparto intermedio».
Ma a contrariare gli industriali è anche il modo in cui è stata gestita tutta la questione: l’articolo 57 è arrivato come un fulmine a ciel sereno, né Farmindustria né Egualia hanno avuto un avvertimento preventivo né sono state coinvolte. «Visto che anche noi abbiamo le nostre richieste» ha concluso Butti «sarebbe stato più opportuno aprire un tavolo al quale analizzare tutte le criticità del sistema».
La distribuzione dei farmacisti, 57 magazzini in tutta Italia
La proposta di Egualia e Farmindustria sull’incontendibilità dei margini coincide con il dettato di uno degli emendamenti alla Manovra (il 57.5, primo firmatario Cappellacci di Forza Italia), che al momento risulta ancora in corsa in commissione Bilancio. Ma la proposta non trova favorevole Federfarma Servizi: «Qualcuno diceva che l’ottimo è nemico del bene» ha replicato Mirone alla Convention «i tavoli servono a rimandare e noi non abbiamo più tempo. Sarei più che favorevole a una misura che sostenesse tanto i distributori quanto i genericisti, ma l’articolo 57 è un inizio per arrivare finalmente a una filiera sostenibile e quindi cogliamo subito l’opportunità. Poi ci sarà il tempo per andare avanti».