Più di un farmacista su tre ritiene di avere bisogno di maggiori spazi per offrire nuovi servizi alla popolazione e solo una farmacia su due si considera attrezzata per proporli. Più in generale, per la maggioranza dei titolari la disponibilità di spazi e personale rappresentano oggi il primo problema rispetto all’offerta di nuovi servizi e all’ampliamento delle vaccinazioni praticabili in farmacia. Così dice la ricerca sulla reputazione del farmacista e della farmacia agli occhi tanto degli italiani quanto della stessa professione, condotta da Ipsos tra novembre e dicembre su un campione di mille individui e 400 laureati. Presentata giovedì 18 marzo a Roma, l’indagine conferma l’esistenza di una solida domanda di servizi in farmacia, ma rivela anche una diffusa richiesta di risorse da parte dei farmacisti per organizzare e proporre questi servizi.
«Cosa serve alla sua farmacia per proporre ai cittadini nuovi servizi?»
In particolare, alla domanda «Cosa avrebbe bisogno la sua farmacia per implementare nuovi servizi da offrire ai cittadini?» il 38% dei farmacisti intervistati tira in ballo la necessità di una riorganizzazione degli spazi e un altro terzo abbondante (erano possibili più risposte) l’ampliamento della farmacia. Segue a ruota il problema del personale: quasi un farmacista su quattro dichiara che servirebbero infermieri, fisioterapisti, psicologi, estetiste, estetiste oncologiche e ostetriche, quasi uno su cinque dice che gli servirebbero più farmacisti.
Solo una farmacia su due pronta a nuovi servizi e vaccinazioni
Il risultato è che una fetta cospicua di farmacisti non si sente del tutto pronto ad accogliere nuovi servizi e vaccinazioni. Il campione selezionato da Ipsos, in particolare, si spacca esattamente a metà tra convinti e dubbiosi (istogramma in alto a sinistra), mentre sulla vaccinazione più di un terzo dei rispondenti mostra una propensione decisamente scarsa (voto da 1 a 5 rispetto all’eventualità di somministrare in un prossimo futuro altre tipologie di vaccini obbligatori per l’età pediatrica, istogramma in alto a destra).
Vaccinazioni in farmacia, italiani nettamente favorevoli
Eppure la domanda da parte di famiglie e assistiti è evidente. Soltanto un italiano su cinque respinge recisamente l’idea di una farmacia organizzata come hub vaccinale per le somministrazioni obbligatorie o per i richiami. Il resto del campione, invece, giudica l’eventualità con un voto medio (su una scala da uno a dieci) di oltre sette punti, che esprime un consenso senz’altro solido.
Quanto agli altri servizi che gli italiani vorrebbero trovare in farmacia, la ricerca rivela richieste orientate principalmente alla praticità e alla comodità: la prenotazione di esami e visite specialistiche (26%), la consegna a domicilio dei farmaci (citata da più di un quinto del campione, il 22%), ordinare a distanza farmaci e dispositivi (20%). Attenzione però, avverte Ipsos: se queste sono le risposte è anche perché «i cittadini non riescono a prefigurarsi nuovi ruoli o nuovi servizi, pertanto si concentrano su prestazioni molto pratiche come prenotazioni di esami e visite, ordine e consegna di farmaci a domicilio, vaccinazioni e analisi di primo livello».
I nuovi servizi per i farmacisti: telemedicina e deblistering
E i farmacisti? L’assortimento dei servizi che già offrono nelle loro farmacie è cospicuo (più di uno su due cita l’home delivery dei farmaci e la telemedicina, due su tre il Cup), tra chi invece deve ancora organizzarsi i due servizi più “desiderati” sono telemedicina (citata dal 19% del campione) e deblistering, che attualmente offre soltanto il 7% del campione (e un altro 12% vorrebbe organizzarsi per proporlo).