Visita in incognito alla Farmacia Cofa del Duomo (Milano): ottima esposizione ma poca originalità

Mistery Shopper

La proliferazione di nuove catene e insegne di farmacia spinge all’elaborazione di format sempre più originali o innovativi ma la Farmacia Duomo del Gruppo Co.Fa, ristrutturata di recente, innova solo parzialmente e, vista la location, questo è un peccato. Intendiamoci: di recente abbiamo affermato – e lo confermiamo – che in termini di puro retail la farmacia può anche permettersi di dare un’importanza relativa al format; questo però è meno vero per quelle sedi che meno beneficiano del tradizionale traffico generato dalla ricetta e invece sfruttano principalmente logiche di travel retail. Dovrebbe essere il caso di una farmacia ubicata in piazza Duomo a Milano, ma qui la regola è rispettata solo in parte.

 

Visita in incognito alla Farmacia Duomo del Gruppo Cofa, a Milano. Zona centralissima (che più centrale non si può) sottoposta alle severe regole dell’amministrazione comunale riguardo ai negozi storici, che quindi hanno obbligato il punto vendita a rinunciare all’applicazione integrale del suo format. Ingresso e vetrina principale, in ogni caso, sono puliti e luminosi e consentono ai passanti di scrutare category ed esposizione all’interno.

 

L’insegna e l’ingresso hanno dovuto conformarsi alle regole volute dall’amministrazione comunale per tutelare i negozi storici del luogo, come già era accaduto alla Farmacia Boots Carlo Erba (che si affaccia sulla stessa piazza): sfondo nero e scritte oro per un punto vendita che è aperto dal 1890. Vetrina e ingresso principali trasparenti e a vista, con tanta luce, ordine e chiarezza. Meno bene le vetrine laterali, nella galleria, che risultano tristemente oscurate dalla pubblicità e rendono tutto il negozio poco attraente.

 

Non si può dire lo stesso delle vetrine laterali, lungo la Galleria, interamente coperte da grandi poster pubblicitari. E lascia un po’ perplessi anche il tanto spazio dedicato a una beauty spa in una zona dove a rigor di logica dovrebbe predominare il travel retail.

 

All’interno, lascia un po’ perplessi la scelta di dedicare tanto spazio, fisico e promozionale, a una cabina estetica: in una zona di così elevata mobilità, una beauty spa nella farmacia ha un potenziale relativo. Gli spazi sono luminosi e ordinati, anche se la location avrebbe potuto spingere a fare un po’ di sperimentazione.

Stesso discorso per i brand in esposizione: ordinati e ben posizionati, ma non tantissimi e alla fine sempre i soliti che si trovano in quasi ogni farmacia. A questo punto, attraversando la piazza, molto meglio Boots che, interpretando giustamente il flusso della clientela, propone marchi internazionali e selezionati per la loro particolarità.

 

L’esposizione è curata e leggibile, i brand sono distribuiti in modo ordinato e risultano ben posizionati. Ma manca un po’ di originalità, perché i marchi sono gli stessi che ritroviamo in molte altre farmacie quando la location – piazza Duomo – avrebbe dovuto incoraggiare la ricerca di brand internazionali e selezionati.

 

Banco cosmetico presidiato all’interno di una farmacia che sarà per l’ora (le 12.30) schiera sei dipendenti a fronte di due clienti (nello stesso momento, Boots ha la solita coda alle casse). Siamo tornati qualche giorno dopo, alle 10.30: tre clienti per tre farmacisti, più uno forse nel retro. La dottoressa che presidia il banco cosmesi è ben preparata e fornisce volentieri consigli. Al banco troviamo  gentilezza e cortesia. Ci chiedono il codice fiscale, molto bene.

Proviamo a ripetere il test già tentato quando abbiamo visitato le farmacie Stilo e Hippocrates in zona Marghera: chiediamo se hanno un noto dentifricio dalla connotazione specialistica; in esposizione non c’è ma chi ci serve dice di conoscerlo e tenerne sempre una confezione nel cassetto. E infatti ce lo trovano. Molto bene. Ma quando chiediamo il motivo del prezzo non proprio conveniente (16,65 euro) la risposta è “disastrosa”: «Non so bene perché sia così caro, io uso il dentifricio di un’altra marca che costa 1,99 euro. Mi faccia sapere come si trova». È la dimostrazione di quanto sia fondamentale, per differenziarsi ,formare accuratamente tutto lo staff: nessuno vuole farmacisti che facciano “pushing” come se fossero in una profumeria, però che conosca i prodotti che la sua farmacia vende a caro prezzo, questo sì.

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