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Veterinaria in farmacia, 2019 da dimenticare: farmaco -8% a valori, extrafarmaco -2% a volumi

Mercato

Viaggiano in controtendenza mercato della veterinaria in farmacia e mercato del pet nei canali extrafarmacia. E’ l’evidenza che si ricava a mettere a confronto i dati provenienti dall’ultimo Rapporto Assalco-Zoomark (la ricerca che ogni anno riferisce numeri e tendenze del comparto) e le cifre provenienti da Iqvia, società leader di market intelligence. Nel 2019, dice l’indagine dell’Associazione che riunisce le imprese produttrici del settore, il fatturato del petfood messo assieme dai canali grocery e petshop (tradizionali e catene) ha superato di poco i due miliardi di euro, cui vanno aggiunti altri 70,6 milioni di euro provenienti dagli accessori (igiene, gadget, collari, giochi, lettiere eccetera). In entrambi i casi si tratta di numeri in crescita, non soltanto perché tende ad aumentare la platea dei proprietari di animali d’affezione (ormai in Italia il rapporto tra abitanti e pet è di uno a uno) ma anche perché la spesa riservata dai padroni ai loro amici a quattro zampe tende ad aumentare di anno in anno, soprattutto nel food. E così, rispetto al 2018 la spesa per alimenti cresce in valori del 2,8% (mentre in volumi lievita soltanto dello 0,9%), quella per gli accessori si contrae di quasi un punto per giro d’affari ma cresce del 2,3% per pezzi venduti.

 

Vet, il mercato in farmacia 2019 vs. 2018

 

Di segno diametralmente opposto i numeri che mette assieme la farmacia: nel 2019, il mercato del vet ha totalizzato un giro d’affari di poco superiore ai 342 milioni di euro, in calo di oltre il 6% sull’anno precedente. Negative anche le vendite a unità: poco più di 14,1 milioni il totale dei consumi, in contrazione di oltre il 10,5% sul 2018.

Come evidenziano le due tabelle sopra, l’arretramento è da addebitare interamente al segmento del farmaco veterinario (con e senza ricetta), che vale quasi l’80% del mercato vet in farmacia e nel 2019 perde a valori il 7,84% rispetto all’anno prima, fermandosi a 268 milioni di euro. L’arretramento, per di più, si spalma su tutt’e due le categorie che compongono il segmento: il farmaco veterinario con obbligo di ricetta – che copre circa il 79% delle vendite a valori – totalizza un fatturato di 212 milioni di euro, in calo del 6,9% sul 2018; il farmaco senza ricetta, che produce uun giro di affari di circa 55,6 milioni di euro, perde sul 2018 l’11,6%.

 

Veterinaria, il trend 2019 di farmaco ed extrafarmaco

 

Resta invece praticamente stabile l’altro segmento del mercato vet in farmacia, quello dell’extrafarmaco (alimentazione e dietetica, toelettatura, medicazioni eccetera), che chiude il 2019 con un giro d’affari di 73,4 milioni di euro (+0,4% sull’anno precedente) e 4,3 milioni di confezioni vendute (-2,1%).

Con un mercato che, per consumatori, dinamiche di acquisto e popolazione animale, non può che continuare a crescere, l’arretramento della farmacia a fronte dei progressi di canali concorrenti come le catene petshop (+9,8% a valore e +8,5% a volume nel 2019) obbligano a una riflessione. I motivi per cui in pochi mesi un segmento di mercato fino all’anno scorso florido e trainante per la farmacia abbia imboccato un declino così evidente sono noti ed è inutile tornarci. E’ però arrivato il momento, per i farmacisti titolari, di decidere se è il caso di difendere questo comparto oppure lasciarlo al suo destino. E ai canali della gdo e delle catene specializzate. «Vale la pena difenderlo e presidiarlo se ci sono le condizioni, ossia ho una clientela e quindi un reparto ben organizzato» commenta Emanuele Mormino, consulente di marketing e management e fondatore di Pharmaway «altrimenti, se tratto quattro prodotti, tanto vale rinunciare». In fondo, è la stessa regola che si dovrebbe applicare a tutti i reparti della farmacia: «Il fatto» prosegue Mormino «è che la farmacia offre solitamente un’esperienza di acquisto inadeguata. Oggi non è più sostenibile». Chi invece vuole difendere il reparto veterinario, deve puntare soprattutto su specializzazione e informazione: «A meno che non sia un appassionato con animale di razza che porta in giro a fiere e mostre» osserva Mormino «il proprietario di gatti o cani, soprattutto di piccola taglia in quest’ultimo caso, è molto sensibile a chi sa dargli informazioni accurate su come accudire e curare il proprio animale. Il farmacista che assume tale ruolo fidelizza e offre un’esperienza di acquisto di valore».

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