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TradeLab ed Eurostat, ecco com’è cambiato il consumatore del “new normal”

Consumatore

Vaccini, tamponi e green pass non sono ancora riusciti a restituire piena sicurezza agli italiani, che quando si muovono o acquistano mantengono in buona parte le abitudini adottate con la pandemia. E’ la constatazione cui invita la lettura di alcune recenti ricerche di varia fonte, che messe assieme forniscono una misura concreta del cambiamento generato dall’emergenza sanitaria. L’ultima in ordine di tempo arriva da TradeLab, che con Shopper Farmacia 2021 ha analizzato i comportamenti dei consumatori che frequentano il canale. Allo scopo è stato raccolto mediante interviste cawi un panel di circa cinquemila individui, dal quale è stato estratto un campione di 3.000 persone che nella loro visita in farmacia hanno acquistato almeno un prodotto di libera vendita, farmaco otc oppure extrafarmaco.

 

 

L’evidenza di maggiore impatto riguarda il valore della spesa: tra 2019 e 2021 l’ammontare medio dello scontrino raddoppia abbondantemente, da 13,56 a 28,73 euro, e ancora meglio fa il numero medio di prodotti per scontrino, da 1,3 a 3,7. «I farmaci di automedicazione sono quelli che sul biennio mostrano gli incrementi maggiori a valore e volumi» osserva Paolo Bertozzi, partner e socio fondatore di TradeLab «una tendenza che quasi certamente si spiega con il netto calo delle ricette prescritte dai medici nello stesso periodo». La cosa interessante è che se il valore dello scontrino e la media dei prodotti acquistati aumentano, la frequenza degli ingressi sembra tornare ai livelli del 2019. «Le risposte fornite dal campione» conferma Bertozzi «riportano una media di due visite al mese per quest’anno, praticamente la stessa dichiarata nella stessa indagine di due anni fa. E’ vero però che più di un intervistato su quattro, il 27%, dichiara di avere ridotto gli ingressi in farmacia».

Dalla fotografia scattata da Shopper Farmacia 2021, in ogni caso, discendono diversi spunti di riflessione per il farmacista titolare: «Oggi l’imperativo è quello di far risalire gli ingressi e per riuscirci è indispensabile far lavorare il punto vendita molto meglio: mi riferisco alla comunicazione, all’assortimento, al category, al servizio. E anche alla fedeltà: la competenza professionale del farmacista ha sempre goduto di ampio apprezzamento da parte del cliente, ma la pandemia ha costretto molti italiani a cambiare farmacia perché è mutata la prossimità (da quella dell’ufficio a quella di casa, per esempio) e anche a sperimentare l’e-commerce. Oggi, in particolare,  i farmacisti si giocano la fedeltà cognitiva del cliente con l’online».

 

Eurostat, ferrovie: il calo dei passeggeri tra I trimestre 2020 e 2021

 

Se nel percepito dei consumatori della farmacia gli ingressi sembrano tornare ai livelli prepandemici, resterebbe da indagare se queste visite sono effettuate nelle stesse farmacie di due anni fa oppure hanno destinazione diversa. Una risposta indiretta al quesito arriva da due recenti indagini di Eurostat, l’istituto di studi statistici dell’Unione europea. Nella prima, sono stati messi a confronto i totali dei viaggiatori che hanno usato il treno nel primo trimestre del 2020 (ricordiamo che in Italia il primo lockdown venne decretato il 9 marzo) e nel primo trimestre 2021: in Italia, dicono i dati, il trasporto ferroviario ha perso tra i due periodi quasi 68 milioni di passeggeri, per un calo pari al 45%. A risentirne di più sono stati certamente i treni dei pendolari, da cui la deduzione che per le farmacie ubicate nelle stazioni o nei loro dintorni (così come per quelle distribuite lungo le grandi arterie cittadine che dalle stazioni portano in centro o nei quartieri ad alta densità di uffici) il ritorno al prepandemia pare ancora lontano.

 

Persone che lavorano da casa, l’incremento nelle regioni 2020 vs 2019

 

Offre spunti di riflessione anche la seconda indagine targata Eurostat, che misura Paese per Paese (e regione per regione) l’incremento dei lavoratori che con la pandemia hanno dovuto spostare a casa il loro ufficio. I dati mettono a confronto 2020 con 2019 quindi non misurano l’evoluzione degli ultimi mesi, ma la fotografia scattata dalla ricerca precedente sui passeggeri del trasporto ferroviario invitano a ritenere che le cose non siano cambiate poi di molto. La regione italiana dove le persone che lavorano a casa sono cresciute più nettamente tra 2020 e 2019 è il Lazio, che fa registrare un +13,1%. Seguono Lombardia e Liguria (+11,2 e +10,2% rispettivamente) quindi provincia di Trento (+9,6%), Emilia Romagna e Piemonte (9,2 e 9,1%) e a seguire le altre.

Non cambia la riflessione di fondo: anche in questo caso, dietro ai numeri ci sono flussi di traffico mutati, persone che non fanno più i pendolari e non si servono nella solita farmacia. E non è detto che quando torneranno ai loro vecchi uffici (gli impiegati pubblici, per esempio, dovrebbero riprendere il lavoro in presenza da metà ottobre) torneranno anche nella vecchia farmacia. «Ne consegue» riprende Bertozzi «che oggi per il farmacista titolare è indispensabile far lavorare il punto vendita molto meglio, sia che debba recuperare vecchi clienti sia che voglia conservarsi quelli acquisiti con la pandemia: deve lavorare meglio la comunicazione nel punto vendita, devono lavorare meglio l’assortimento, il category, il servizio. E si deve lavorare sulla fedeltà: la competenza professionale del farmacista ha sempre goduto di ampio apprezzamento da parte del cliente, ma la pandemia ha costretto molti italiani a cambiare farmacia perché è mutata la prossimità (da quella dell’ufficio a quella di casa, per esempio) e anche a sperimentare l’e-commerce. E oggi, i farmacisti si giocano la fedeltà cognitiva del cliente con l’online».

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