Televisita, in Francia è boom di richieste in farmacia: in un anno anche mille accessi

Filiera

In Germania la telemedicina non sfonda e qualche provider internazionale ha già fatto le valige (ne abbiamo parlato la settimana scorsa qui). In Francia invece la musica è un’altra e nel corso dell’ultimo anno la domanda di televisite in farmacia è letteralmente esplosa. Al punto che in alcuni esercizi il consulto a distanza è ormai diventato un vero e proprio catalizzatore di ingressi e ricavi. Ne parla con dovizia di dettagli un articolo pubblicato qualche settimana fa dalla rivista Pharmacien Manager: il fenomeno, spiega il servizio, è collegato alla diffusione delle cosiddette telecabine, gli stand con video e apparecchiature digitali dove l’assistito può parlare a distanza con un medico e misurarsi la pressione, sottoporsi a un ecg o effettuare una saturimetria (con l’invio dei dati in tempo reale).

Sono sempre di più, dice la rivista, i farmacisti titolari che si sono dotati di telecabina. Medadom, uno dei principali fornitori francesi, ha firmato convenzioni con 85 network di farmacie e conta già 2.800 installazioni in altrettanti esercizi; Cegedim Santé, altro provider nazionale, ha equipaggiato con la sua piattaforma Maiia altre 700 farmacie. Ma i numeri sono consistenti anche dal lato della domanda. In un anno, racconta a Pharmacien Manager Stéphane Mangin, farmacista titolare a Sorgues (Vaucluse), la sua farmacia ha effettuato quasi mille teleconsulti. Più 124 questo gennaio. «Da quando l’abbiamo aperta, nel dicembre 2021» osserva il farmacista «la sala dei teleconsulti non è mai stata deserta». Numeri di tutto rispetto anche nella farmacia parigina di Ayessoro Renard: solo a gennaio, 107 televisite. «Abbiamo dovuto allestire una piccola sala d’attesa con due sedie davanti alla telecabina» precisa il farmacista. «In media» aggiunge Nathaniel Bern, co-fondatore di Medadom «una farmacia effettua una cinquantina di teleconsulti al mese, cioè tra i due e i tre al giorno.

Ma da dove arrivano questi numeri? Ayessoro Renard dice di essersi organizzato perché il quartiere dov’è ubicata la sua farmacia – affiliata al network Giphar – è piena di uffici e non ci sono né ambulatori medici né centri sanitari. Poche ricette quindi, da cui la scelta di offrire il servizio per incrementare il traffico delle prescrizioni e portare nuovi pazienti. Nel caso di Stéphane Mangin, che ha la farmacia in una città di 20mila abitanti, la molla è stata l’impoverimento di ambulatori e curanti, la cosiddetta desertificazione medica. E così, non appena ha potuto il farmacista si è trasferito in una sede da 300 mq all’interno del centro commerciale cittadino e ha installato una telecabina. «Sono convinto» dice a Pharmacien Manager «che il futuro appartenga alla farmacia dei servizi. Facciamo già tanti test diagnostici e vaccinazioni, la televisita rafforza l’immagine di una farmacia posizionata come centro di cure primarie».

La desertificazione medica è la causa principale del successo della televisita in farmacia anche per Emmanuel Bertrand, vicepresidente retail di Cegedim Santé: «Sono cinque milioni» ricorda «i francesi che non hanno più un medico di base». I farmacisti, poi, vedono nel teleconsulto un’opportunità per essere coinvolti nell’ecosistema sanitario del proprio territorio: come Pharmacy Scanner aveva già raccontato nel luglio scorso, sono diverse le autorità locali che in Francia si sono dotate di telecabine per ovviare alla carenza di studi medici. «Incoraggiamo tutti i farmacisti titolari che offrono la televisita a mettersi in partnership con i medici del territorio perché usino il consulto a distanza con i pazienti che devono soltanto rinnovare la ricetta o hanno difficoltà di spostamento» rimarca Bertrand.

È quello che fa a Sorgues Stéphane Mangin, che ha stretto accordi con due centri medici attivi in città. «Siccome sono spesso sovraffollati» spiega il farmacista «ci inviano regolarmente una parte dei loro pazienti». Per il suo servizio, poi, Mangin non ha dovuito ricorrere ad alcuna pubblicità: è bastato aprire un account su Doctolib (piattaforma francese per la telemedicina presente da un anno abbondante anche in Italia) e predisporre un’agenda degli appuntamenti con “finestre” ogni mezz’ora. «Il passaparola ha fatto il resto».

Anche Renard si serve di Doctolib, da cui arriva l’80% del suo traffico. Il resto è clientela di passaggio. «Quando una paziente si presenta al banco lamentando sintomi da infezione alle vie urinarie» spiega «le chiedo se ha qualche minuto per una televisita. Nella farmacia di Mangin, invece, la visita medica a distanza viene richiesta più di frequente quando insorgono traumi o dolori. «Parecchi pazienti si presentano qui dopo un infortunio sportivo che richiede l’uso di un tutore» aggiunge.

Entrambi i titolari, infine, ammettono senza difficoltà che la telecabina rappresenta ormai per le loro farmacie un driver che fa crescere ricavi e ingressi. «Faccio da cinque a sei teleconsulti al giorno» calcola Ayessoro Renard «beneficio quindi di un flusso di prescrizioni da parte di una popolazione di pazienti che, senza il teleconsulto, non sarebbe mai entrata nella mia farmacia. Detto questo, l’apporto economico resta modesto perché le prescrizioni raramente superano i 20 euro». «Il 40% delle persone che chiedono la televisita non sono clienti abituali» aggiunge Mangin. «Gli ingressi di una farmacia che offre il servizio sono maggiori, soprattutto a fine giornata e nei fine settimana, quando gli studi medici situati nelle vicinanze sono chiusi» nota a sua volta Bern di Medadom. «E non dimentichiamo» conclude Bertrand di Cegedim «che il vero vantaggio del teleconsulto in farmacia è quello di evitare accessi impropri al Pronto Soccorso».

Va detto per concludere che a spingere la domanda dei francesi per le televisite non è soltanto la desertificazione di studi e medici di famiglia, ma anche il fatto che il servizio è rimborsato dal servizio pubblico senza le restrizioni che invece penalizzano la telemedicina in Germania. Le farmacie dal loro canto devono disporre di un locale separato e attrezzato, che oltre al collegamento video deve disporre almeno di uno stetoscopio, un otoscopio, un ossimetro e un tensiometro, tutti collegati a distanza. Per questo servizio il titolare riceve dalla mutua pubblica un contributo per la dotazione tecnologica di 1.225 euro il primo anno, che dal successivo scende a 350 euro; in aggiunta, è prevista una remunerazione forfettaria legata al numero di televisite erogate, che si ferma a 750 euro dalle 146 prestazioni all’anno in su. Infine, è previsto un onorario di un euro a teleconsulto per le pratiche amministrative.

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