Sono ormai 23, delle quali 19 a Torino, le farmacie che recapitano farmaci ed extrafarmaci a domicilio attraverso Pharmercure, la start-up piemontese nata un anno fa ad Asti dall’idea di sei studenti universitari. Lo schema è quello di altri servizi di recapito già noti e affermati (Foodora e Deliveroo, per citare due nomi che non operano nel comparto farmacia) ma a distinguere Pharmercure è l’assenza della solita app da installare sullo smartphone per effettuare gli ordini o prenotare: al suo posto c’è invece una web application, che consente di inoltrare la richiesta con l’aiuto di un assistente in carne e ossa. «Basta collegarsi al www.pharmercure.com» spiega Maurizio Campia, 22 anni, uno dei fondatori della start-up «e in tempo reale, attraverso un pop up in stile Messanger, una persona vera raccoglie i dati e organizza il ritiro e la consegna».
Le caratteristiche della piattaforma, prosegue Campia, la rendono indicata per i caregiver, gli anziani che non hanno dimestichezza con smartphone e app, le persone che lavorano molto e che non hanno il tempo di andare in farmacia,le mamme con bambini piccoli. Il servizio, infatti, assicura consegne in 45 minuti, 24 ore su 24, a un costo di 2 euro a corsa. «Alla farmacia invece» riprende Campia «proponiamo pacchetti flessibili: un carnet oppure un abbonamento mensile, a prezzi che variano in base al numero delle consegne acquistate. La tariffa più alta, in caso di un numero limitato di corse, è di 3,50 euro a recapito».
La consegna è assicurata da un fattorino in bicicletta, che in caso di farmaco con ricetta ritira la prescrizione al domicilio o sul luogo di lavoro del cliente e ritorna con il medicinale. «Il tutto in tempi brevissimi» continua Campia «è probabile che in un futuro non troppo lontano ci appoggeremo anche a un sistema di lettura ottica della ricetta, ma ogni cosa a suo tempo».
Intanto il gradimento con cui il pubblico ha accolto il nuovo servizio soddisfa i fondatori della start-up, vincitrice l’estate scorsa del concorso Start up Creation Lab dell’Università di Torino: «Da gennaio a marzo, senza alcuna pubblicità, ma con il solo volano del passaparola» conferma Campia «abbiamo effettuato 500 consegne tra Torino e Asti. E crescono le farmacie che ci contattano per informarsi del nostro servizio».
Il progetto, in effetti, nasce dopo un’attenta analisi dei bisogni del territorio. «Prima di avviare la nostra impresa siamo andati a parlare con i farmacisti» riprende Campia «e l’idea ha raccolto apprezzamenti. Così siamo partiti, prima utilizzando WhatsApp poi appoggiandoci alla web application. Pensiamo che un servizio di recapito a domicilio consenta alla farmacia di distinguersi e competere con le grandi catene senza fare battaglie sui prezzi».
Silvia Coltellaro