Scontrini, in cinque mesi calati del 4,5% ma la farmacia non l’ha “sentito” grazie all’inflazione

Mercato

Nei primi cinque mesi del 2023, dice IQVIA Italia, ogni farmacia ha battuto in media 24mila scontrini, il 4,5% in meno rispetto ai 25.143 emessi nello stesso periodo dell’anno passato. Il valore medio delle battute di cassa, tuttavia, non soltanto non si riduce ma anzi cresce, dai 25,81 euro a scontrino dei primi cinque mesi del 2022 ai 27,22 euro del periodo gennaio-maggio 2023. Si sarebbe tentati di concludere che gli italiani riducono le visite in farmacia ma al contempo comprano di più o preferiscono prodotti più costosi. Invece i dati lasciano chiaramente intendere che se la farmacia riesce a incrementare i ricavi è per merito dell’inflazione, ossia degli aumenti di prezzo che negli ultimi mesi hanno interessato farmaci ed extrafarmaci.

 

Scontrini, media a farmacia e media valore: anni mobili a confronto

 

Un’analisi sull’anno mobile (ossia i dodici mesi che vanno dal giugno 2022 al maggio 2023, comparati ai dodici precedenti) aiuta a circoscrivere il fenomeno: la media mensile per farmacia risulta in calo pressoché ininterrotto dal settembre scorso, con un’unica eccezione a febbraio (+2,7%). In 12 mesi, così, la media scontrini è diminuita dell’1,8% dai 59.402 (a farmacia) del periodo giugno 2021-maggio 2022 ai 58.361 di giugno 2022-maggio 2023. A parte l’anomalia di febbraio (che potrebbe essere legata al focolaio di infezioni pediatriche esploso proprio in quel periodo), salta agli occhi il “crollo” degli scontrini registrato da Iqvia a dicembre e gennaio (-6,12 e -10,40% rispettivamente), che si fa fatica a giustificare dato che proprio in quel periodo l’influenza stagionale toccava il suo picco.

L’analisi a valori, invece, rivela andamenti nettamente diversi: dopo una iniziale flessione a giugno e agosto 2022 (-0,2 e -2,3% rispetto al 2021), il valore medio a scontrino risulta sempre in crescita su base annua, con due cospicui balzi a gennaio e febbraio (+7,8% e +5,3%) e un terzo a maggio (+6,2%). È difficile non correlare i primi due incrementi con l’aggiornamento dei listini che scatta ogni inizio d’anno, con incrementi particolarmente forti nel 2023 a causa dell’inflazione accumulata nel semestre precedente.

 

Scontrini, media a farmacia e media valore: ultimi 5 mesi 2022 vs 2023

 

Un’analisi condotta su una scala di maggiore dettaglio – i primi cinque mesi del 2023 raffronti agli ultimi cinque del 2022 – conferma la diagnosi già formulata: da agosto a dicembre gli scontrini battuti (media farmacia) calano del 2,2%, da gennaio a maggio invece la contrazione è due volte maggiore. I ricavi delle farmacie, però, non sembrano accorgersene perché – grazie all’effetto inflazione di cui s’è già detto – negli ultimi cinque mesi del 2022 il valore medio dello scontrino cresce dell’1,7% e nei primi cinque mesi del 2023 addirittura del 5,4%, ossia tre volte tanto. La morale? Gli aumenti dei prezzi hanno finora “nascosto” la contrazione degli ingressi, che a loro volta sembrano essere un effetto dell’inflazione stessa (la gente compra di meno perché la spesa è diventata più cara). Se così fosse, diventa urgente chiedersi per quanto potrà continuare.

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