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Portula (Biella), la farmacia rurale sussidiata che fa televisita per coprire il mmg pensionato

Filiera

Un piccolo comune delle Alpi biellesi di circa mille abitanti, Portula, e una farmacia rurale sussidiata che rappresenta ormai per il paese l’unico servizio pubblico a tempo pieno, perché l’ufficio postale apre solo tre giorni alla settimana e il medico di famiglia se n’è andato in pensione. E così, da circa un mese, i residenti che hanno bisogno di consultare il mmg non vanno più in ambulatorio ma nella farmacia, dove la titolare –  Roberta Russo – ha organizzato d’intesa con l’Asl di Vercelli una postazione per la televisita, collegata alla Casa della Salute della vicina Coggiola.

Pharmacy Scanner aveva già riferito succintamente del progetto pilota una settimana fa, nell’articolo dedicato alle prestazioni della telemedicina da “domiciliarità”. Vale la pena tornarci con un approfondimento che metta a fuoco scelte organizzative e prime esperienze, non soltanto perché questa case history rappresenta uno dei primissimi casi di televisita “convenzionata” in farmacia, ma anche perché la sua dimensione rurale ne incrementa ulteriormente il valore.

Dottoressa Russo, da dove è nato questo progetto?
Il pensionamento del mmg ha destato nel paese parecchia preoccupazione. Il sindaco ha segnalato al problema all’Asl e io ho dato la mia disponibilità a individuare una soluzione. Con l’Azienda sanitaria di Vercelli si è così deciso di lanciare questo progetto, che rispetta fedelmente le Linee guida sulla telemedicina approvate dalla Conferenza Stato-Regioni.

Come si è organizzata per il servizio?
All’interno della farmacia disponevo già di un locale per le autoanalisi dove offrivo alcune prestazioni di telemedicina a pagamento. L’Asl ha installato una postazione video con pc e stampante, collegata con la Casa della Salute di Coggiola, dove sono in servizio due medici di base. L’organizzazione del servizio è stata concertata dialogando con i responsabili del progetto e gli operatori coinvolti, che hanno incastrato la nuova attività nei precedenti impegni.

Le televisite sono su appuntamento?
Sì, ho previsto due finestre settimanali di un’ora ciascuna, il lunedì e il venerdì. In media si contano una decina di visite ogni sette giorni.

Quando si collegano i pazienti sono assistiti da un’infermiera di famiglia, non è così?
Corretto. È stata messa a disposizione dall’Asl e ha ricevuto una formazione specifica per la telemedicina. Accoglie l’assistito, verifica il buon funzionamento di monitor e microfono, fa da intermediaria tra paziente e medico durante la visita. In farmacia è presente soltanto nelle due ore dedicate alle visite, ma può capitare talvolta che si fermi qualche minuto in più per risolvere i dubbi degli assistiti o rispondere a qualche richiesta.

Quali sono i motivi più frequenti per cui i pazienti chiedono una visita a distanza?
Innanzitutto va detto che non sono visite vere e proprie, più che altro sono consultazioni: il medico, dall’altra parte dello schermo, ascolta e valuta; se ritiene opportuna una visita in presenza invita il paziente nella Casa della Salute, se invece opta per l’invio allo specialista prescrive l’impegnativa. Il più delle volte, in ogni caso, si tratta di richieste di aggiustamento della terapia.

I farmacisti più scettici verso questi servizi sostengono che gli anziani non hanno dimestichezza con il digitale: qual è stata la reazione dei suoi concittadini?
Non ci sono state resistenze di sorta. D’altronde, qua pochi hanno internet a casa, in farmacia invece il collegamento è buono. E di alternative alla televisita non ce ne sono, l’ambulatorio ha chiuso.

La sua farmacia è remunerata per la prestazione?
Sì, è stato concordato un piccolo compenso a prestazione. Il progetto proseguirà soltanto sino a fine anno, ma l’intenzione dell’Asl è quella di rinnovarlo e allargarlo: tutti i mmg della Valsassera hanno più di 60 anni, quindi a breve ci saranno parecchi pensionamenti.

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