Una crescente attenzione per il benessere, il cibo salutare e il fitness, in particolare da parte di giovani e giovanissimi: è quanto emerge dal report di Tuttofood sugli atteggiamenti riguardo al cibo, appena realizzato sulla base di un mega-sondaggio condotto su un campione globale di 145.271 intervistati su 46 Paesi, di età compresa tra i 16 e i 64 anni di età. Per dire, l’utilizzo mensile di app di health fitness è cresciuto dall’11% del 2012 al 27% del 2019, e ben il 35% degli utenti intervistati nel 2019 in Uk e USA ha affermato la volontà di nutrirsi in modo più sano, cambiando le proprie abitudini. E tra tutti, sono proprio gli appartenenti alla categoria dei Millennials (nati tra il 1986 e il 1996, e quindi di età compresa tra i 23 e i 36 anni) e alla cosiddetta Gen Z (nati tra il 1997 e il 2003, quindi di età compresa tra i 16 e i 22 anni) i più propensi a occuparsi della propria salute, in particolare attraverso l’acquisto di cibo salutare, da preferire a quello congelato o “in busta”. Nel dettaglio, sta crescendo, soprattutto tra queste categorie, la richiesta di prodotti naturali e bio (9% Gen Z e 5% Millenials), anche se il prezzo elevato rimane un deterrente all’acquisto, in particolare tra i consumatori meno giovani (i cosiddetti Baby Boomers). Quando si tratta di comprare questi cibi ogni mese, circa un terzo della Gen Z e dei Millenial dichiara di farlo regolarmente, a fronte di solo un quarto dei baby boomer che, anche se marginalmente, acquistano una proporzione maggiore di cibo pronto o congelato.
Questa tendenza generale si riflette anche sul mercato dei fast food, sempre più colpiti dai mutamenti di rotta dei consumatori. Secondo la ricerca, si nota infatti un evidente declino delle catene, in particolare di quei brand che difficilmente riescono a impostare l’acceleratore sul salutare. Se McDonald infatti ha potuto velocemente introdurre hamburger vegetariani e insalate miste, le catene di pizza, meno elastiche dal punto di vista del menù, come Domino e Pizza Hut hanno visto un calo importante delle vendite rispetto al 2017 (rispettivamente 28% e 26%). Tutt’altro che a sorpresa, è il web, e in particolare i social, il luogo prediletto dove prendere informazioni, scoprire e scegliere i propri healthy food (55%), anche se la tv rimane ancora il vettore più popolare.
Insomma, la direzione sembra inequivocabile: il futuro ci parla di cibo “buono, sano e giusto”, che sempre di più scalzerà dalla tavola degli italiani le cattive abitudini alimentari. E se sono i giovani i capifila del cambiamento, facilmente quella del cibo sano non sarà una tendenza passeggera. E quindi? A leggere questi dati, c’è da chiedersi se l’healthy food non faccia parte di una più generale propensione alla cura del proprio benessere (la health consciousness), che coinvolge soprattutto le giovani generazioni. Se così fosse, per il farmacista forse non sarebbe male dedicare un occhio di riguardo allo scaffale dei nutraceutici, dei functional food e degli integratori.
Giulia Capotorto