Skin ADV

Phoenix, l’acquisizione di McKesson in stand by per verifiche dell’antitrust

Filiera

Si fa in salita l’acquisizione da parte del gruppo tedesco Phoenix delle attività dell’americana McKesson in sei Paesi europei, Italia compresa. L’accordo, come si ricorderà, era stato ufficializzato nel luglio scorso e riguardava gli “asset” della multinazionale americana tanto nella distribuzione intermedia quanto nel comparto retail: nel nostro Paese, per esempio, l’intesa prevedeva il passaggio a Comifar-Phoenix della società Admenta con i suoi due magazzini di Bentivoglio e Gorgonzola (Bologna e Milano) e le 264 farmacie della catena Lloyds.

L’accordo avrebbe dovuto essere esaminato dall’autorità antitrust europea entro l’inizio di quest’anno, così a primavera la mancanza di aggiornamenti da Bruxelles aveva cominciato a suscitare qualche interrogativo tra gli addetti ai lavori. Ieri, presentando alla stampa i risultati del gruppo nel 2021, il ceo Sven Seidel ha scoperto le carte: a fine marzo, l’antitrust Ue ha approvato l’operazione per tutti i Paesi esclusa la Francia, per la quale ha passato il dossier all’omologa transalpina affinché faccia le sue valutazioni.

 

La presenza del gruppo Phoenix in Europa (distribuzione e farmacie)

 

Secondo quanto scrive la rivista tedesca Apotheke Adhoc, sotto la lente dell’autorità francese per la concorrenza ci sarebbero le quote di mercato che, con l’acquisizione, il gruppo verrebbe a detenere nel mercato della distribuzione intermedia e anche in quello della farmacia. Per quanto concerne il primo, l’acquisizione porterebbe all’aggregazione tra Phoenix Pharma, che in Francia conta 20 magazzini e quattromila farmacie clienti, e Ocp Répartition, che di depositi ne ha 43 e le farmacie clienti sono 14mila. Secondo le prime valutazioni, in alcune regioni del Paese le due società messe assieme totalizzerebbero il 70% del mercato, una posizione dominante che per l’antitrust giustifica una valutazione approfondita.

Dubbi, come si diceva, anche a proposito delle farmacie: Phoenix Pharma gestisce Pharmavie, network che raggruppa oltre 500 farmacie indipendenti (in Francia le catene sono vietate e la titolarità è riservata ai farmacisti); Ocp Répartition, invece, è proprietario o socio di maggioranza di tre network, ossia Pharmactiv (1.500 farmacie affiliate, 550 con l’insegna del circuito), Pharmacie Reference (poco più di 1.300 esercizi) e Reseau Santé (280 farmacie).

Se tutto è fermo, ha spiegato Seidel, è perché per Phoenix l’accordo con McKesson è un “tutt’uno” che non contempla scorporamenti. «Stiamo lavorando a stretto contatto con le autorità e siamo fiduciosi di poter arrivare a una conclusione positiva» ha detto il ceo. E alla domanda dei giornalisti su come reagirebbe il gruppo nel caso di un alt dell’antitrust francese, il manager ha preferito non rispondere.

 

Le farmacie di proprietà (escluse McKesson, in rosso)

 

Quanto al bilancio consuntivo, Phoenix chiude il 2021 con un incremento delle vendite in Europa del 9%, per un totale di 30,7 miliardi di euro. L’utile prima delle imposte arriva a 298 milioni (pressoché stabile rispetto al 2020) ma al netto degli effetti della pandemia arriva a 335 milioni. Il gruppo è oggi presente in 26 paesi europei ed è attivo nella distribuzione all’ingrosso in 13 (dove rifornisce circa 70mila farmacie). Dispone inoltre di 2.800 esercizi farmaceutici di proprietà in 14 Paesi, 1.500 dei quali gestiti con il marchio Benu) non rientrano nel conto le farmacie ex McKesson, dato che l’acquisizione deve ancora essere formalizzata).

Altri articoli sullo stesso tema