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Pagamenti fatture, dall’Europa giro di vite: 30 giorni e non oltre, sanzioni automatiche

Filiera

Vita sempre più dura per le aziende che saldano le fatture dei fornitori o dei clienti oltre i canonici 30 giorni: come Pharmacy Scanner aveva già anticipato la settimana scorsa, la Commissione europea ha preparato un pacchetto di interventi a sostegno delle piccole e medie imprese che contempla un aggiornamento in senso ancora più restrittivo della direttiva 2011/7/Ue contro i ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali. Ci penserà un regolamento, che al contrario delle direttive non richiede recepimenti da parte degli Stati membri ma diventa immediatamente operativo una volta approvato dall’Ue, assicurando quindi piena uniformità normativa sull’intero territorio dell’Unione (i singoli Paesi dovranno soltanto provvedere all’armonizzazione della legislazione nazionale con le nuove regole). Un regolamento che, secondo quanto riporta la stessa Commissione in una relazione preliminare, imporrà un inquadramento giuridico più severo in tema di pagamenti tra imprese: il termine dei 30 giorni diventerà regola inderogabile, sottratta anche alla negoziazione delle parti che oggi è ammessa dalla 2011/7/Ue, e il pagamento delle commissioni compensative e degli interessi di mora verrà “blindato” con automatismi che ne faranno scattare il decorso allo scadere del trentesimo giorno.

«Considerato che per le imprese europee un giorno di ritardo equivale a 158 milioni di euro di costi finanziari aggiuntivi» scrive Bruxelles nella relazione «le nuove regole mirano a ridurre i ritardi di pagamento del 35%. Inoltre, il tempo che le aziende dedicano alla caccia dei propri debitori sarà significativamente ridotto, facendo risparmiare alle imprese europee 340 milioni di ore-uomo, ossia 8,7 miliardi di euro. Al di là dei benefici monetari diretti, ciò dovrebbe ridistribuire la liquidità in modo più equo nell’economia e ridurre la dipendenza delle pmi dai finanziamenti esterni».

Nel pacchetto di interventi a sostegno delle piccole e medie imprese, no a caso, la Commissione Ue contempla anche altri interventi: snellimenti burocratici e normativi per aiutare le aziende a operare agevolmente al di fuori dei confini nazionali, semplificazioni fiscali (le imprese, in sostanza, potranno applicare alle loro attività negli altri Paesi Ue tassazione e regole sull’imponibile in vigore nello Stato dove hanno la sede principale), incentivi alla digitalizzazione e altro ancora.

Secondo la stampa, un testo con il dettaglio dei provvedimenti selezionati dalla Commissione Ue dovrebbe essere diffuso verso fine mese massimo primi di novembre. Nell’attesa, si ragiona su quello che potrebbe comportare per le farmacie italiane il giro di vite prospettato da Bruxelles sui tempi di pagamento delle fatture: perché se è vero che sono parecchie le farmacie che saldano in 30 massimo 60 giorni, è altrettanto vero che permane un discreto numero di farmacisti titolari che beneficiano di dilazioni anche a 120 giorni.  Che succederà a costoro? «Finché la proposta di regolamento non viene svelata fare delle ipotesi è sconsigliabile» osservano i commercialisti bolognesi Marcello Tarabusi e Giovanni Trombetta «in ogni caso il commento che viene da fare è che per le farmacie sarà sempre più difficile ottenere dai grossisti dilazioni superiori a 30 giorni». Se così sarà, è il parere dei due esperti, si profila all’orizzonte un’opportunità per il factoring indiretto. «Come avevamo già suggerito quindici anni fa  al Consiglio direttivo di Federfarma Servizi» spiegano in dettaglio Tarabusi e Trombetta «per le aziende della distribuzione potrebbe essere la volta buona per separare l’attività commerciale da quella finanziaria: in sostanza, se il nuovo regolamento manterrà le promesse che oggi leggiamo, i distributori potrebbero trovare conveniente affidare a società di factoring la gestione dei loro crediti nei confronti delle farmacie. Nulla vieta, e anzi sarebbe un’opportunità, che le cooperative diano vita ad un loro intermediario finanziario specializzato nel factoring. Come avevamo sottolineato nel 2008, infatti, uno dei problemi principali della dilazione di pagamento del grossista è l’assenza di un’adeguata valutazione del merito creditizio della farmacia finanziata».

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