La farmacia italiana è una delle meglio attrezzate e delle più capillari sul territorio, i farmacisti titolari dunque devono difendere questo patrimonio ma sapersi anche adeguare ai tempi, cioè affrontare le sfide in modo proattivo. Parole di Ornella Barra, co-chief operating officer di Walgreens Boots Alliance, che nella cornice della Convention Alphega 2019 (Principato di Monaco, 14-15 marzo) ha incontrato la stampa italiana per una mezz’ora di domande e risposte a tutto campo sul futuro della farmacia e sui programmi del gruppo. Ecco, in sintesi, il “Barra-pensiero”.
Sui progetti di Walgreens in Italia
«Stiamo facendo un test (nelle due farmacie Boots di viale Fulvio Testi e piazza Corvetto, a Milano) e se funzionerà vedremo come svilupparlo. Vogliamo costruire in ogni Paese un format che sia adatto ai consumatori di quello stesso Paese, perché ognuno è diverso dagli altri. Ci serve dunque tempo per capire e quindi per fare i necessari investimenti, non soltanto in denaro ma anche in risorse: per esempio, per formare le persone».
Sul mercato della farmacia italiana, 51% etico e 49% libera vendita
«Negli Stati Uniti le farmacie Walgreens fanno il 70% dal farmaco con ricetta e il 30% dal resto, nel Regno Unito esattamente il contrario. Quello italiano, quindi, mi pare un mercato equilibrato, che segue la stessa evoluzione in atto negli altri Paesi. Significa che c’è la possibilità di offrire al consumatore non soltanto farmaci ma anche altri prodotti e servizi».
Sulla norma, poi saltata, che avrebbe riservato ai farmacisti il 51% della proprietà delle farmacie
Rinunciando a quell’intervento, mi sembra che il governo italiano abbia dimostrato buon senso. La Legge sulla concorrenza scaturiva dalla consapevolezza che fosse necessario far evolvere il sistema farmacia. Il farmacista titolare, oggi ha libertà di scelta: restare indipendente, vendere, oppure cedere una quota della qua azienda restandone comunque all’interno».
Sugli effetti dell’arrivo del capitale
Bisognerebbe essere molto più cauti quando si parla o si scrive. Le farmacie acquistate a Milano da Wba sono la dimostrazione che sono a rischio di fallimento non soltanto le farmacie rurali, ma anche quelle del centro città. E attenzione anche quando si dice che con gli attuali tetti sul capitale, basterebbero cinque catene per comprare in poco tempo tutte le farmacie italiane. Nel Regno Unito ci sono voluti 170 anni perché Boots arrivasse a disporre di 2.500 farmacie e oggi rimangono più di seimila farmacie indipendenti».
Su Amazon
Ho molta ammirazione per quello che sta facendo Jeff Bezos, ma rimango convinta che nella dispensazione del farmaco il farmacista e il rapporto personale rimangano indispensabili. Non dimentichiamo poi che il recapito a domicilio di un medicinale è una cosa molto complicata, va fatto entro un certo tempo e garantendo le giuste condizioni di conservazione. Sono convinta che Amazon troverà molto difficile entrare in questo mercato.