Operazione Auchan, per l’Antitrust Conad deve “tagliare” 29 punti vendita. Meno di una decina i corner coinvolti

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Dovrebbero essere meno di una decina su un totale di oltre 40 le parafarmacie ex-Auchan che Conad non potrà aggiungere alle sue 134 per evitare interventi dell’Antitrust. La stima si basa sulla relazione con cui a inizio di marzo la stessa Autorità garante ha dato luce verde – ma condizionata – al passaggio dal gruppo francese a quello italiano di circa 290 punti vendita tra ipermercati, supermercati e superette, con le insegne Simply e Auchan. La condizione è che Conad ceda 29 di questi negozi, in modo da rimuovere le posizioni dominanti che l’acquisizione avrebbe generato a vantaggio del gruppo in 33 mercati locali.

L’Antitrust aveva già condotto a gennaio una prima valutazione, che fissava in un centinaio i punti vendita da dismettere. Quindi, nelle settimane successive, una ponderosa negoziazione tra Garante, Auchan e Bdc (la newco creata per co-gestire l’acquisizione e controllata al 51% dalla stessa Auchan) ha ridotto a 29 le strutture che il consorzio guidato da Francesco Pugliese dovrà cedere (a «un soggetto terzo e indipendente, attivo nella distribuzione al dettaglio di prodotti alimentari e non», scrive l’Antitrust). La relazione nasconde con un “omissis” i riferimenti topografici di questi punti vendita, ma identifica i mercati locali dove l’Autorità garante ha individuato criticità concorrenziali. E un incrocio di questi dati con l’elenco delle parafarmacie autorizzate dal ministero della Salute fa ritenere che potrebbero essere meno di una decina i corner ex-Auchan di cui Conad dovrebbe disfarsi assieme ai supermercati che li ospitano.

Intanto Conad ha anche da risolvere la delicata partita degli esuberi generati dall’acquisizione: i piani del consorzio ipotizzano il ricorso alla mobilità per circa tremila lavoratori di Margherita Distribuzione, la bad company che fa capo a Bdc Italia. Sono previsti percorsi di ricollocazione e riqualificazione professionale, uscite su base volontaria e incentivata e Cassa integrazione straordinaria. Ma i sindacati confederali sono pronti a dare battaglia e l’inizio delle trattative è già in salita.

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