Netcomm: in un anno il 25% degli italiani che comprano online ha preso un Otc

Consumatore

Quest’anno gli acquisti online degli italiani cresceranno di un altro 15% sul 2018 e supereranno in valori i 31,5 miliardi di euro. Trainerà soprattutto il mercato delle merci, che a fine anno toccherà i 18,2 miliardi (+21%), ma metteranno a segno una progressione importante anche i servizi (+7%, per un giro d’affari di 13,3 miliardi di euro). I numeri arrivano dal XIV Forum su e-commerce e innovazione digitale del consorzio Netcomm, al quale aderiscono oltre trecento imprese italiane (tra le quali Angelini, AmicaFarmacia, Mia Farmacia, eFarma, Farmacia De Bella, Farmacia Loreto Gallo, Google, l’Erbolario, Zalando).

L’evidenza di maggiore interesse per le farmacie arriva dalla classifica delle vendite online per categoria merceologica: in testa rimangono i libri, acquistati online almeno una volta negli ultimi dodici mesi dal 45% degli “e-shopper”, ma subito a ruota viene il comparto cosmetica/bellezza, che con il 44% “spodesta” due segmenti storici dell’e-commerce come l’elettronica consumer (43%) e i viaggi (42%). E più in basso c’è il farmaco otc, che negli ultimi 12 mesi è stato acquistato a distanza dal 25% dei consumatori online.

 

Acquisti online per categoria negli ultimi 12 mesi

Libri ed ebooks - 45%
Cosmetica e bellezza - 44%
Elettronica di consumo - 43%
Viaggi - 42%
Abbigliamento e moda - 41%
Scarpe calzature - 34%
Abbigliamento sportivo e accessori - 32%
Fai da te e hobby - 29%
Musica/Film - 27%
Biglietteria per eventi - 27%
Valigie e accessori - 27%
Giocattoli - 26%
Farmaci otc - 25%
Prodotti per la casa - 23%
Videogames - 20%
Pasti recapitati - 19%
Assicurazioni - 17%
Arredamento e design - 16%
Servizi finanziari e bancari 15%
Alimenti e bevande (grandi superfici) - 14%
Alimenti e bevande (in altri negozi) - 1,1%

 

«L’online acquista sempre più rilevanza» ha detto Alessandro Perego, direttore scientifico degli Osservatori Digital Innovation – School of Management del Politecnico di Milano «e sebbene rappresenti ancora il 7% soltanto degli acquisti complessivi, contribuisce per oltre il 60% alla crescita del retail». Rispetto agli altri Paesi europei, tuttavia, viaggiamo ancora con un consistente ritardo: «Solo il 44% degli italiani acquista online» ha ricordato Roberto Liscia, presidente di Netcomm «in Europa invece la media ammonta al 68% della popolazione. E solo il 10% delle imprese italiane vende online, perché scarseggia la capacità di maneggiare le nuove tecnologie per espandere il business».

L’e-commerce, in ogni caso, viene percepito sempre di più dal consumatore come un canale complementare al negozio tradizionale, con quest’ultimo che fa progressivo ricorso all’omnicanalità e i pure player che cercano di stabilire con i clienti un canale di contatto fisico (vedi Amazon con i suoi negozi sperimentali). I dati d’altronde, riferiscono di due mondi in progressivo avvicinamento: e-mail, sms e notifiche via app rappresentano lo strumento più efficace per raggiungere il cliente e fargli fare il primo passo nel processo d’acquisto: e-mail, sms e notifiche via app (da smartphone) sono all’origine del 27% degli acquisti online, ma la visita di persona in negozio è seconda con il 18,4% e consigli più passaparola si piazzano al terzo con il 16,4% delle vendite (sempre via web).

 

Che cosa spinge all’acquisto online

 

Tra i negozi tradizionali, così, cresce la ricerca di formule improntate all’omnicanalità: su un campione di 216 top retailer, il 71% ha messo in campo un servizio di click&collect, il 28% offre ai propri clienti la possibilità di verificare sul sito dell’azienda la disponibilità del prodotto cercato, il 26% propone il reso in store. E ancora: si riorganizzano gli spazi fisici (installazione di armadietti a combinazione per il click&collect, camerini di prova riservati a chi acquista online) e si sperimentano nuovi format, in cui il punto vendita fisico è il luogo dove si sviluppa la relazione e l’online è il canale dove si conclude la vendita. Dall’altro lato, i pure player dell’online stringono accordi con i retailer fisici per sviluppare una rete capillare di punti di ritiro e di consegna del reso (Amazon con Counter, Zalando, Cortilia eccetera).

Cresce infine la fedeltà degli italiani che acquistano online per i siti di e-commerce: secondo l’indagine netRetail 2019, lo studio Netcomm effettuato in collaborazione con Kantar, il 57% delle persone è disponibile a salvare online i propri dati di pagamento per non doverli reinserire al prossimo acquisto. «La svolta è imprescindibile e gli investimenti in formazione per accrescere le competenze digitali nel nostro Paese saranno fondamentali» è la conclusione di Liscia «ma è sempre più urgente, anche, avviare un piano concreto per la creazione di una rete di distretti digitali, affinché l’Italia possa incrementare il proprio livello di competitività e di crescita nell’eCommerce».

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