Mobilità post-covid, Bankitalia: non esce per andare al lavoro o fare la spesa ancora un italiano su cinque

Consumatore

A due mesi dalla fine del lockdown e dalla riapertura delle principali attività al dettaglio, il totale degli italiani che si muovono per andare al lavoro o fare la spesa è ancora ben al di sotto dell’epoca pre-covid, di un 20% circa. La stima arriva dal report con cui il 9 luglio la Banca d’Italia ha pubblicato una nota di aggiornamento sull’evoluzione della pandemia da covid nei Paesi esteri e in Italia.

 

Mobilità da e per il lavoro

Mobilità per spesa/tempo libero

 

Bankitalia, in sostanza, dice che la mobilità degli italiani da e per il luogo di lavoro passa dal -60% del lockdown al -20% dell’ultima settimana di giugno, quando ormai il distanziamento si è allentato in buona parte. Si riavvicina alla normalità pre-covid anche la mobilità per acquisti e tempo libero, che dal -80% dei mesi primaverili passa al -17%.

Questi valori, però, non si ripetono fedelmente in tutte le regioni. Le differenze più cospicue, in particolare, si registrano nel traffico per spesa e svago: in Liguria, Puglia e Molise, si può dire che la mobilità sia quasi tornata ai valori pre-covid; in Val d’Aosta, Lombardia, Trentino e Lazio, invece, permangono ancora differenze negative vicine o superiori al -20%.

Non è difficile da spiegare: le regioni dove il ritorno alla normalità è più lento sono quelle in cui ancora si registrano focolai di ritorno, i contagi calano meno velocemente oppure la gente fa fatica a smaltire la paura della pandemia. Non fanno testo, rispetto a tale lettura, i dati sulla mobilità da e per il luogo di lavoro: come spiega Bankitalia nel rapporto, infatti, i valori «riflettono ancora l’ampio utilizzo del lavoro agile in molti comparti dei servizi e nelle amministrazioni pubbliche».

Entrambi i grafici, in ogni caso, offrono ai farmacisti titolari indicazioni importanti. E’ evidente, infatti, che gli stravolgimenti arrecati da covid ai flussi di traffico e ai bacini di utenza sono tutt’altro che riassorbiti: le farmacie ubicate nei centri città e nei quartieri dove abbondano uffici e impiegati pubblici potrebbero essere costrette a sopportare ingressi sotto la media ancora per un po’, quelle aperte nei centri commerciali o nelle vie dello shopping dovranno trovare il modo di rassicurare i loro clienti, soprattutto se risiedono nelle regioni dove la paura fa fatica a passare.

Altri articoli sullo stesso tema