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McKesson, si riparla di una trattativa con Phoenix per cedere la distribuzione in Europa

Filiera

Tornano a riecheggiare i rumors di una trattativa in corso tra l’americana McKesson e la tedesca Phoenix per la cessione delle attività europee del gruppo Usa nella distribuzione farmaceutica. Se n’era parlato per la prima volta a febbraio, quando un articolo della britannica Sky News aveva riportato alcune voci provenienti dagli ambienti finanziari (Pharmacy Scanner ne aveva scritto qui). Ora invece a riferire di nuove indiscrezioni è l’agenzia di stampa Bloomberg, che in un articolo del 23 giugno cita fonti «informate dell’operazione». Le trattative, in particolare, sarebbero a uno stadio avanzato ma dall’esito ancora aperto. E in gioco ci sarebbe anche un gruppo d’investimenti, al quale McKesson potrebbe trasferire l’intero ramo britannico, ossia la catena Lloyds Pharmacy e il distributore AAH Pharmaceuticals.

Secondo Bloomberg, se l’affare andasse in porto rappresenterebbe una delle più importanti dismissioni registrate nel 2021 dal comparto farmaceutico, dal valore compreso tra i 3 e i 4 miliardi di dollari. La stima arriva dagli analisti dell’agenzia e viene spontaneo metterla a confronto con gli 8,3 miliardi di dollari (indebitamento compreso) che spese McKesson nel 2014 per rilevare da Phoenix le stesse attività, riunite sotto il brand Celesio. Secondo Jonathan Palmer, specialista di Bloomberg Intelligence, Celesio (dal 2017 McKesson Europe) si è rivelata un acquisto che «ha distratto per diversi anni il management del gruppo con performance sotto le attese. Credo che ora intendano concentrarsi sul loro “core business” americano, quindi l’operazione potrebbe servire a recuperare liquidità da investire in attività emergenti o più redditizie per gli azionisti».

McKesson è attualmente uno dei tre più importanti grossisti americani del settore farmaceutico, con AmerisourceBergen e Cardinal Health, ed è tra i principali distributori di vaccini covid (all’inizio del 2021, la società ha annunciato un forte incremento dei ricavi per il 2021 proprio grazie alla pandemia). Phoenix ha totalizzato nell’ultimo esercizio finanziario vendite per oltre 28 miliardi di euro ed è presente in 27 Paesi (Italia compresa, con Comifar) con 161 centri di distribuzione e 2.800 farmacie di proprietà. Un mese fa, presentando il Rapporto 2020, il gruppo aveva espresso la volontà di proseguire nell’acquisizione di farmacie per «espandere la posizione sul mercato» (vedi articolo di Pharmacy Scanner).

Come fa notare ancora Bloomberg, l’ipotesi di un addio all’Europa da parte di McKesson getta una nuova luce su alcune delle operazioni più recenti del gruppo. Per esempio la joint venture conclusa l’anno scorso con la tedesca Gehe (Alliance Healthcare) per unire le rispettive attività di distribuzione in Germania, in una fusione che alla società americana lascia una quota del 30% appena. E merita di essere ricordata anche la partnership che vede Phoenix e McKesson soci (con il 55 e il 45% rispettivamente) in Brocacef, impresa della distribuzione intermedia olandese cui fa capo la catena di farmacia di proprietà Benu.

McKesson Europe ha chiuso il 2020 con un fatturato di poco superiore ai 17 miliardi di euro, circa quattro in meno rispetto al 2019. Risultano in perdita l’ebit (-13 milioni di dollari), l’utile operativo prima delle tasse (-59 milioni) e l’utile al netto degli interessi (-45,8 milioni). Lloyds Pharmacy, che raggruppa più di 1.400 farmacie in tutto il Regno Unito, ha chiuso l’ultimo anno finanziario con una perdita prima delle imposte di 197 milioni di sterline e ha varato un piano per la dismissione di 60 punti vendita.

Contattato da Bloomberg, il management di Phoenix e McKesson si è rifiutato di rilasciare commenti.

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