Luxottica vuole comprarsi una farmacia da integrare nel piano welfare dei suoi 5mila dipendenti

Filiera

Dopo la farmacia del capitale, la “farmacia-spaccio”. È quella che Luxottica – il colosso italiano numero uno al mondo nella fabbricazione di montature per occhiali – vorrebbe offrire ai cinquemila lavoratori dei due stabilimenti di Cencenighe e Agordo, in provincia di Belluno, per integrare il programma di welfare che l’azienda già offre ai suoi dipendenti. A tale scopo, come riferisce la stampa locale, il gruppo avrebbe già firmato un preliminare con i titolari della farmacia Favretti, storico esercizio di Agordo in attività dal 1885. Il contratto di acquisto dovrebbe essere formalizzato entro l’estate (prezzo di acquisto attorno ai 3,5 milioni), intanto però Luxottica ha già preso contatti con l’Asl bellunese per valutare la possibilità di uno spostamento della farmacia vicino allo stabilimento di Agordo se non addirittura all’interno, proprio come se si trattasse di uno spaccio aziendale.

All’Asl, sempre secondo quanto riporta la stampa locale, avrebbero fatto presente che le norme in materia di sedi farmaceutiche escludono possibilità di tale genere, ma a quanto pare le obiezioni non avrebbero scoraggiato il gruppo: l’obiettivo resta quello di assicurare ai dipendenti farmaci, prodotti per la salute e servizi diagnostici di prima istanza (glicemia, colesterolo, trigliceridi eccetera) a condizioni agevolate (nel senso dei prezzi e della prossimità, non a casa ma al luogo di lavoro), è ovvio che per un colosso come Luxottica se non è un problema comprarsi una farmacia non lo è nemmeno organizzare un servizio di recapito dall’esercizio agli stabilimenti.

Le vere preoccupazioni che generano i progetti di Luxottica, dunque, non riguardano tanto i potenziali squilibri alla pianta organica, ma quelli alla sostenibilità economica della rete delle farmacie. «Sull’esercizio che Luxottica intenderebbe acquistare» spiega a Pharmacy Scanner Roberto Grubissa, presidente dell’associazione farmacisti titolari di Belluno «convergerebbero gli acquisti non solo dei cinquemila dipendenti che il gruppo conta in quest’area del Veneto, ma anche delle loro famiglie». Molte di loro, è il ragionamento di Grubissa, risiedono nei piccoli comuni circostanti, quindi le piccole farmacie di questi centri finirebbero per perdere una parte consistente dei loro ricavi. «Ci sono esercizi» conclude il sindacalista «che in un anno fatturano mediamente 200mila euro. Perdere una parte dell’utenza residenziale sarebbe un colpo mortale».

Le preoccupazioni sono tali che l’Asl ha già organizzato un incontro per valutare la questione, al quale sono stati invitati non solo il sindaco di Agordo e l’associazione titolari, ma anche i sindaci di tutti i comuni di questa parte della provincia. «Ad Agordo la seconda farmacia dopo la Favretti è comunale» ricorda Grubissa «e anche in altri centri ci sono farmacie comunali. Rieschiano pure loro, giusto quindi che i sindaci vengano consultati sulla questione e facciano le loro proposte».

Di certo, non sarà possibile impedire a Luxottica di acquistare la farmacia. Quanto alla proprietà, è vero che il gruppo non potrà figurare nella titolarità, ma non sarà certo un problema – nel caso – creare una società holding. «Stiamo parlando di un colosso che vent’anni fa ha acquisto l’americana Ray Ban» ricorda Grubissa «non la dissuaderanno certo questi formalismi». Non resta che seguire gli sviluppi.

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