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Francia, avvicendamento tra fondi nel network Aprium. Anche Oltralpe il capitale incombe

Filiera

In Francia resta alto l’interesse del mondo finanziario per il business della farmacia. Lo conferma la notizia, spuntata nei giorni scorsi, dell’avvio di trattative in esclusiva tra il fondo d’investimento Sagard e un’altra società di private equity, Ardian, per il passaggio dall’uno all’altra di Aprium Pharmacie, uno dei principali network/gruppi d’acquisto d’oltralpe con oltre 470 farmacie affiliate (indipendenti) e un giro d’affari di 1,6 miliardi di euro. Secondo un comunicato diffuso da Sagard, l’operazione si concretizzerebbe con la cessione della quota di maggioranza di Healthy Group, ossia la holding cui fa capo la rete, ad Aridan e a una cordata in cui figurano altri due società d’investimento, Bpifrance e Macsf, e l’attuale management team di Aprium, che reinvestirà nell’azienda.

«Oltre a offrire ai farmacisti le migliori condizioni d’acquisto su prodotti sanitari e parafarmaceutici» recita la nota stampa «Aprium è una piattaforma integrata di servizi alle farmacie che supporta i farmacisti nella consulenza e prevenzione, nell’offerta di prestazioni e analisi di prima istanza e nella gestione dell’impresa e del team». Dalla sua nascita nel 2016, Healthy Group ha incrementato la gamma dei servizi con nuovi strumenti omnicanale, avanzate strategie di category e il lancio della marca privata “Laboratoire Aprium”, che tutti assieme hanno costruito una forte identità di marca oggi riconosciuta dai farmacisti, dai pazienti e dagli altri operatori della sanità.

L’obiettivo di Ardian, prosegue la nota stampa, è quello di accelerare la crescita della rete di farmacie attraverso lo sviluppo dell’offerta di servizi e consulenza, l’ampliamento degli strumenti digitali,  l’allargamento della linea di prodotti a marchio e la formazione di titolari e collaboratori. «Vogliamo sostenere le ambizioni dell’insegna farmaceutica leader francese» è il commento di Alexis Saada, senior managing director di Ardian «oltre alla nostra competenza nel settore sanitario, aiuteremo con il nostro know-how la trasformazione digitale e metteremo la nostra presenza internazionale al servizio della crescita di Healthy Group».

L’avvicendamento tra i due fondi di equity al timone del “groupement” transalpino suggella un decennio circa di progressiva penetrazione del capitale finanziario nel retail della farmacia francese: a parte Aprium Pharmacie e Sagard si possono ricordare Lafayette (mille farmacie affiliate) e Five Arrows, che nel 2022 ha passato la mano a un altro fondo, Latour Capital; Boticinal, network di 220 farmacie e parafarmacie posizionate nel naturale, e G Square; Arpilabe, aggregazione di una sessantina di farmacisti, e 123 IM.

Poi ci sono i fondi che finanziano i giovani farmacisti quando aprono la loro prima farmacia, un capitolo a parte che da qualche anno impensierisce i sindacati della professione forse più delle scalate ai groupement. La legge francese continua a lascia le società di capitali fuori dalla titolarità, ma in determinate condizioni (per esempio quando la farmacia è gestita tramite Selas,  società per azioni limitata alle professioni liberali) il capitale ha comunque  la possibilità di rientrare dalla finestra: il farmacista titolare, infatti, può finanziare la sua impresa ricorrendo a prestiti obbligazionari, in particolare le Oca (Obbligazioni convertibili in azioni) che sono il cavallo di troia con cui diverse società d’investimento hanno cominciato a mettere piede nella farmacia francese.

Ad aprire loro le porte, come detto, sono soprattutto i giovani farmacisti alla loro prima esperienza da titolare: reperire capitali in banca è sempre più difficile e molti vogliono iniziare con il piglio da imprenditore, puntando sin da subito a una farmacia di taglia “extralarge”, da 150-200 mq,  come sempre più spesso si vedono in Francia. E se la banca non concede il prestito, oppure la somma autorizzata non è sufficiente, ecco che questi giovani vanno a bussare a una società di private equity. La quale, come spiega un servizio della rivista Pharma di un paio di anni fa, è ben contenta di aprire i cordoni della borsa perché le obbligazioni convertibili prevedono una remunerazione del capitale tra l’8 e il 17%.

Gioca a favore di queste società anche la durata delle Oca: la scadenza va dai 7 ai 12 anni, un periodo medio-lungo che dà tempo al titolare di impantanarsi ancora di più nel suo indebitamento dato che uscirne è tutt’altro che facile. Morale, questi soci di puro capitale continuano a non avere alcuna chance di entrare nella titolarità, ma con lo strumento del prestito obbligazionario partecipano agli utili della farmacia per la quota di titoli posseduti. E addio indipendenza della professione.

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