Italiani stressati e in cerca del buon sonno, la farmacia prenda nota

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Quattro italiani su cinque dichiarano di soffrire o di aver sofferto di disturbi del sonno. E la metà afferma che sarebbero salutari almeno 8 ore di riposo per notte, ma l’83% ammette di dormire al massimo sette ore e il 16% non più di cinque. E’ la fotografia che emerge dall’indagine condotta da Elma Research per Onda (Osservatorio nazionale sulla salute della donna) mediante interviste a un campione di 300 individui tra i 45 e i 65 anni. Per oltre il 90% degli italiani, dice la ricerca, dormire bene è molto importante ed è alla base del benessere personale, ma soltanto uno su dieci afferma di avere un riposo facile.

Tra le diverse cause che impediscono un buon sonno, le più citate dagli intervistati sono lo stress mentale e i traumi, uno stile di vita e un’alimentazione scorretti, stanchezza fisica, malattie, menopausa e invecchiamento. E’ convinzione diffusa, poi,  che i disturbi del sonno abbiano effetti negativi sulla persona: nervosismo e irritabilità, ma anche cattivo umore, assenza di lucidità e difficoltà di concentrazione e apprendimento per il 98% degli intervistati; stanchezza e mancanza di energie per l’83%; tendenza a isolarsi, difficoltà di comunicazione nella coppia e calo del desiderio sessuale per il 41%.

I farmacisti titolari che si stanno chiedendo se dedicare al “buon sonno” un corner o una discesa del category della propria farmacia dovrebbero considerare anche un altro dato: le donne, ossia la fetta di pubblico che più frequenta gli esercizi dalla croce verde, soffrono e temono più degli uomini i disturbi correlati al riposo. Lo dice la ricerca Elma-Onda: lamenta un sonno problematico l’87% delle intervistate, contro il 67% degli uomini. «I dati» commenta Luigi Ferini Strambi, primario del Centro del Sonno al San Raffaele di Milano «sono in linea con i tassi di incidenza dell’insonnia, che è 1,5 volte più diffusa tra le donne. Non solo: l’alterazione dell’orologio biologico per deprivazione o perdita di qualità del sonno aumenta la probabilità di contrarre patologie come il diabete di tipo 2 e l’obesità».

Il quadro che emerge dalla ricerca conferma gli allarmi già lanciati a luglio da un’altra indagine, condotta da Strive Insight per conto di Philips: basata su interviste a un campione di 1.027 italiani, composto per il 50% da uomini di età compresa tra i 35 e i 60 anni e per l’altra metà da donne di età compresa tra i 35 e i 70 anni, la ricerca svelava che il 73% dei nostri connazionali naviga su chat e social anche nelle ore antecedenti il riposo notturno. E così, la dipendenza da smartphone e tablet comprime i rituali pre-sonno e va a impattare sulla qualità del dormire. Risultato, il 31% degli intervistati lamenta sonno irrequieto con risvegli frequenti, il 24% trova difficile addormentarsi e il 15% dice di soffrire di insonnia. Una “farmacia del buon sonno” avrebbe parecchi clienti.

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