Quasi due italiani su tre stimano che nel 2019 la loro spesa per salute, servizi sanitari e personal care rimarrà sostanzialmente invariata. E’ quanto riferisce la ricerca condotta da Nomisma per italiani.coop su un campione rappresentativo della popolazione, consultato tra il 27 novembre e il 5 dicembre scorso mediante interviste Cawi (Computer assisted web interviewing). La fotografia che ne risulta ritrae un Paese sempre più frammentato: gli italiani che guardano al nuovo anno con speranza sono in calo (erano il 33% nel 2017 e il 21% nel 2018, ora sono il 19%), però aumentano coloro che si attendono benessere e novità (dal 4% del 2017 al 10% del 2019 e dal 5 al 10%). Il 27% è convinto che quest’anno l’economia accelererà, il 19% pensa invece che l’Italia entrerà in recessione.
Di fronte a opinioni tanto contrastanti, i nostri connazionali preferiscono così improntare alla cautela le previsioni sui consumi a venire. Il 60% degli intervistati, così, dichiara che nel 2019 manterrà più o meno invariata la propria spesa per salute e servizi sanitari, il 68% farà lo stesso con gli acquisti nel comparto personal care. Coloro i quali, invece, ritengono che spenderanno di più sono rispettivamente il 24 e il 13%, mentre quelli che nel nuovo anno ridurranno verosimilmente i costi sono l’8 e il 16%.
La stessa stabilità, dice la ricerca, contraddistingue le previsioni degli esperti di Nomisma sul quadro macroeconomico che caratterizzerà il nuovo anno: la spesa delle famiglie residenti dovrebbe crescere soltanto dello 0,8%, il Pil dello 0,6%, i prezzi dell’1,2%. La ripresa, insomma, se ci sarà arriverà l’anno prossimo.
Fotografia non molto dissimile arriva da un’altra ricerca, realizzata da Doxa per Findomestic: il 60% degli intervistati si dichiara ottimista o moderatamente ottimista su ciò che il nuovo anno ha in serbo per lui, quasi il 65% invece mostra pessimismo per la situazione del Paese. Per tale ragione, il 12% promette che nel 2019 metterà da parte fino al 5% del proprio reddito, il 21% pensa che risparmierà tra il 5 e il 10%, il 14% tra il 10 e il 20% e il 9% tra il 20 e il 30%. Il 21%, in ogni caso, pensa che nell’anno i propri consumi aumenteranno, mentre il 57% non si aspetta variazioni. E quali saranno le spese dalla crescita maggiore? Al top le spese mediche (27%), quindi gli alimentari (23%) a pari merito con i viaggi/vacanze (23%). Diminuiranno invece le spese legate all’acquisto di mobili e complementi di arredo (31%), agli abbonamenti di pay-tv/servizi ondemand (29%), ai pasti fuori casa (27%), a libri/ giornali/riviste (27%), a elettronica/telefonia/ elettrodomestici (23%) e al tempo libero (19%).