Iqvia, recupero anomalo anche nella 5a settimana: tira l’etico, la libera vendita ancora zoppica

Anche nella quinta settimana dell’anno, quella che va da lunedì 30 gennaio a domenica 5 febbraio, il mercato della farmacia prosegue il recupero in valori e volumi sul 2022. Anche se con un passo del tutto differente da quello cui eravamo abituati, con la “gamba” del farmaco etico che tira e quella della libera vendita che si fa trascinare come se avesse una palla al piede. È l’indicazione che arriva dal report con cui Iqvia aggiorna numeri e percentuali del canale alla prima settimana di febbraio: in poco più di un mese il canale totalizza un fatturato di quasi 2,6 miliardi di euro, -1,2% rispetto allo stesso periodo del 2022, che equivalgono a 248 milioni di confezioni vendute, -7,2% sull’anno passato.

Come detto, dietro a questi andamenti ci sono progressioni che vedono etico e libera vendita – cioè i due “macrocomparti” in cui si divide il mercato della farmacia – muoversi in controtendenza. E in senso contrario all’esperienza consolidata del pre-pandemia: il comparto commerciale, che da anni ormai sorreggeva il canale e gli consentiva di chiudere in positivo o poco sotto il pareggio, rivela in queste prime cinque settimane del 2023 consumi in perdita rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso del 17,5% (in confezioni vendute). Il farmaco etico, che prima di covid chiudeva regolarmente l’anno in calo di alcuni punti, cresce in queste cinque settimane dell’1% a volumi e del 2% a valori.

È anche vero, peraltro, che nel vasto oceano della libera vendita si distinguono per dinamismo alcuni panieri: il cura persona, per esempio, in questo mese abbondante mette a segno una progressione del 6,3% in volumi e dell’11,4% in valori, ma resta da capire quanto incida in questo incremento il raffronto con l’inizio del 2022, quando l’ondata di omicron ha certamente scoraggiato gli acquisti di prodotti del beauty.

In ogni caso, è forte la tentazione di cercare le cause di queste dinamiche in controtendenza di etico e libera vendita nell’inflazione (a inizio anno ci sono stati diversi rincari che sono serviti alle aziende a recuperare gli aumenti dei costi di quest’autunno) e in una frenata dei consumi. Basti vedere i numeri di un segmento solitamente vitale come quello che raggruppa integratori e vitamine: in cinque settimane la perdita a valori sul 2022 è del 5,6% (e tra le cause c’è probabilmente l’ondata di omicron di un anno fa), a volumi invece la contrazione è addirittura del 13,5% (con una differenza tra i due valori che non si può non collegare anche solo in parte all’inflazione). Non resta che osservare l’evoluzione.