Cresce la percentuale di italiani che, in caso di influenza, si affidano al consiglio del farmacista: sono il 17,2% rispetto al 14,9% del 2022 e al 14,6% del 2020 secondo l’indagine condotta da Human Highway per Assosalute, l’associazione che riunisce i produttori di farmaci da banco. Presentata la settimana scorsa a Milano e basata su interviste a un campione di oltre duemila individui ponderato per sesso, età, area geografica di residenza e mix di device per la navigazione online, la ricerca fotografa opinioni e comportamenti degli italiani verso la stagione influenzale entrante e la vaccinazione antiflu.
Il ruolo del medico di base, dicono le risposte del campione, rimane il più rilevante, ma la percentuale di coloro che dicono di fare riferimento al generalista tende a erodersi. Tra i comportamenti che nell’ultimo anno guadagnano “praticanti”, invece, figura – oltre al ricorso al farmacista – l’autocura con i farmaci da banco più conosciuti per esperienza (27,4% vs 22,9% nel 2022, vedi sopra).
A chi chiedi consiglio in caso di influenza? Risposte per sesso, età, area
Se si differenziano le risposte del campione per sesso, età e area geografica, tuttavia, emergono differenze rilevanti. La tendenza all’autocura, per esempio, riguarda soltanto il 24% dei maschi ma il 31% delle donne, forse perché hanno maggiore dimestichezza con farmaci e rimedi per tutta la famiglia. Il consiglio del farmacista, invece, viene cercato di più (in percentuale) dagli under 24 e i 45-54enni, forse perché in queste fasce trovano più apprezzamento comodità e accessibilità della farmacia; tra i 55-64enni e gli over 65, invece, la quota di coloro che cita il farmacista cala vistosamente e crescono i riferimenti al medico di famiglia, probabilmente perché in quella fascia di età il mmg viene già visitato di frequente. Differenze significative – ma meno evidenti – anche nelle risposte per area geografica: al Nord si cerca il consiglio del farmacista un po’ più che al Centrosud, dove invece viene citato nettamente più spesso che nel Settentrione il medico di famiglia. A sorpresa, la tendenza all’autocura non divide Nord e Sud così nettamente come si sarebbe potuto pensare.
Ma quali sono le previsioni degli italiani sulla stagione vaccinale in arrivo? Secondo l’indagine di Human Highway, più di 6 individui su 10 dice di essere consapevole che influenza e Sars-CoV-2 conviveranno anche quest’autunno-inverno, covid con nuove varianti. E il 50% degli intervistati teme che i virus influenzali riveleranno una maggiore virulenza e contagiosità. Anche se, dicono i dati, gli uomini mostrano maggiore ottimismo (vedi sopra): tra le donne, infatti , la quota di coloro che esprime preoccupazione per la virulenza della prossima epidemia influenzale arriva al 66% e per l’eventualità che nuove ondate di covid-19 possano di nuovo stravolgere le abitudini quotidiane. Viceversa, il 31,2 % degli uomini e il 35% dei giovani sotto i 24 anni ritiene che Sars-CoV-2 sia scomparso e non rappresenterà più una preoccupazione.
Forse anche per i timori di cui s’è riferito, la propensione degli italiani a vaccinarsi contro l’influenza rimane alta anche se in lieve contrazione: ammonta al 33% la quota di coloro che dicono che ricorreranno al vaccino (- 5% rispetto al 2022), soprattutto tra gli over 65 (56,5%). Il principale motivo che spinge gli italiani a vaccinarsi è la consuetudine (44%), seguita dalla volontà di proteggere le persone vicine (27%) e di proteggersi dai bambini, più esposti ai virus (12,5%). Inoltre, il 19,6% delle persone ha iniziato a vaccinarsi durante la pandemia per garantire una diagnosi più accurata del covid-19 e intende continuare per lo stesso motivo.
Tra coloro i quali, invece, ritengono improbabile che quest’anno si vaccineranno (in tutto sono il 48%), la motivazione addotta più spesso è che l’influenza stagionale difficilmente li colpirà (31,5%) o non serve perché le conseguenze in caso di infezione non sono gravi (33,7%). Resta poi alta, anche se in calo, la percentuale di coloro che non si sono mai posti il problema della vaccinazione (19,1% nel 2023 contro 24,5% nel 2022).
Vaccini a parte, dice infine l’indagine commissionata da Assosalute, i farmaci di automedicazione risultano decisamente il rimedio più utilizzato in caso di influenza, dato che li cita il 59,8% degli intervistati. È significativa anche la percentuale di coloro che ricorrono agli antibiotici (16%), mentre agli integratori alimentari (19%) si ricorre per curare i sintomi influenzali più spesso dei classici “rimedi della nonna” (13,6%) e dei prodotti naturali (9,6%).