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Inflazione, NielsenIQ: gli italiani reagiscono puntando sulla marca privata e sul discount

Consumatore

Per combattere l’inflazione gli italiani si affidano sempre più spesso alla marca privata, che nel Largo consumo confezionato – iper, super e libero servizio, i supermercati di metratura minore – copre ormai il 21% delle vendite. Se poi si aggiunge il canale discount la quota di mercato della private label supera il 30%, che tradotto vuol dire quasi un prodotto su tre. L’indicazione arriva dal nuovo osservatorio lanciato da NielsenIQ per monitorare a cadenza mensile lo stato di salute della gdo italiana. E i dati che arrivano dal primo report, aggiornato a maggio, offrono diversi spunti di riflessione anche al mondo della farmacia, non soltanto per informarsi di che cosa fa il più organizzato tra i canali concorrenti ma anche per capire quali evoluzioni si intravedono nelle abitudini del consumatore.

Cominciamo dallo stato di salute della gdo: a maggio, dice NielsenIQ, il giro d’affari del comparto si è attestato sui 9,2 miliardi di euro, in crescita del 5,2% rispetto allo stesso mese dell’anno passato. Dopo un 2020 di forte crescita e un 2021 dalla linea piatta, dunque, la distribuzione moderna e organizzata rimette il segno più anche se in buona parte per l’inflazione: nel Largo consumo confezionato, infatti, i prezzi crescono attorno al 6,5% ma in termini di inflazione reale l’incremento si attesta attorno al 5,4%. Danno qualche segno di movimento anche i volumi ma, avverte NielsenIQ, la gran parte degli italiani rimane cauta, a causa dell’incertezza del momento.

 

 

Il consumatore di casa nostra, dunque, cerca di preservare il proprio potere d’acquisto rivolgendosi più spesso che in precedenza alle marche private. E al canale discount: la sua crescita a maggio quasi doppia quella della gdo nel suo insieme (+9,6% rispetto allo stesso mese del 2021) e spinge le insegne del comparto ad aprire nuovi punti vendita. Sembra invece attirare di meno la leva promozionale, che a maggio incide sul totale delle vendite meno dell’anno scorso (22,8%, -2,2 punti).

 

 

Ma tra i dati del report, quelli che più dovrebbero attirare l’attenzione della farmacia riguardano i consumi per categoria merceologica: tra i segmenti che si distinguono per tasso di crescita c’è il cura persona, che in maggio cresce a valori del 9,6% (e a volumi arretra del 7,7%) e nei primi cinque mesi dell’anno del 5,9% (7,5%). I confronti vanno sempre fatti con estrema cautela, ma a mero titolo indicativo ricordiamo che in farmacia il cura persona registrava dopo cinque mesi una contrazione del 2,3% a valori e del 2,4% a volumi. Molto bene, nella gdo, anche il paniere del pet, che a maggio cresce del 9,1% (ma per l’inflazione principalmente, perché a volumi perde il 2,4%).

Roberto Valente

 

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